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Reggio Emilia, un altro caso Saman: pakistana 14enne picchiata e costretta a indossare il velo dalla mamma e dal nonno

L'Islam oscurantista

Reggio Emilia, un altro caso Saman: pakistana 14enne picchiata e costretta a indossare il velo dalla mamma e dal nonno

Cronaca - di Robert Perdicchi - 12 Aprile 2025 alle 12:28

Le avevano imposto di indossare il velo fin dall’età di 10 anni, impedendole di avere amici e vietandole di studiare. Una madre e un nonno sono ora indagati per aver sottoposto una 14enne a ripetute e gravi vessazioni fisiche e psicologiche. Niente liceo e tv, divieto di abiti occidentali: le violenze, le vessazioni, le minacce. Poi, come nel caso di Saman, anch’esso verificatosi a Reggio Emilia, magari le minacce si sarebbero trasformate in altro. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Campagnola Emilia, coordinate dalla Procura di Reggio Emilia, la minore sarebbe stata sistematicamente colpita dalla madre, anche con il manico di scopa, su istigazione del nonno. Alla giovane veniva imposto lo svolgimento dei principali lavori domestici ed era privata del telefono cellulare per impedirle di comunicare l’accaduto all’esterno. Era inoltre frequentemente insultata con epiteti denigratori e sottoposta a rigide restrizioni: fin dall’età di 10 anni, le sarebbe stato imposto l’uso del velo, vietato di proseguire gli studi e di iscriversi alle scuole superiori, di avere amicizie maschili, di guardare la televisione, di indossare abiti occidentali e di praticare qualsiasi attività sportiva. La vittima, infine, sarebbe stata più volte minacciata di essere riportata “per sempre” in Pakistan, nel tentativo di isolarla completamente dal contesto sociale in cui viveva.

La ragazza pakistana e il velo obbligatorio

La Procura di Reggio Emilia, diretta da Gaetano Paci, condividendo le risultanze investigative dei carabinieri, supportate anche dalle segnalazioni delle insegnanti della vittima, ha immediatamente richiesto ed ottenuto dal gip l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti della madre e del nonno, due pakistani di 38 e 70 anni, residenti in un comune della bassa reggiana. Per i due è stato disposto, oltre al divieto di comunicare con la vittima con qualsiasi mezzo, il braccialetto elettronico e l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

A far scattare le segnalazioni ai carabinieri sono state le confidenze fatte dalla 14enne ai compagni di classe e ad alcuni insegnanti ai quali ha riferito di essere spesso picchiata in casa, e che la madre e il nonno le avrebbero impedito, una volta terminata la terza media, di proseguire gli studi. La ragazza temeva anche di essere riportata in Pakistan per essere costretta a un matrimonio o fidanzamento forzato.

Il precedente di Saman Abbas

Saman Abbas era una ragazza pakistana di 18 anni, residente a Novellara (provincia di Reggio Emilia), arrivata in Italia con la famiglia alcuni anni prima. Saman viveva in una famiglia di origini pakistane molto rigida e tradizionalista. Si era opposta a un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan, che i genitori volevano imporle Nel 2020 Saman si era rivolta ai servizi sociali e aveva vissuto per un periodo in una comunità protetta. Successivamente, però, aveva deciso di tornare a casa, forse per recuperare dei documenti. La ragazza scompare nella notte del 30 aprile 2021. I genitori, inizialmente, dicono che è partita per il Belgio, ma la versione non regge. I carabinieri iniziano a sospettare un delitto d’onore, motivato dal rifiuto del matrimonio combinato e dallo stile di vita più libero di Saman. Vengono  indagati i genitori di Saman, uno zio (Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale), due cugini, viene trovato un video che mostra tre uomini (tra cui lo zio e i cugini) aggirarsi con pale e attrezzi vicino all’abitazione la sera della scomparsa. Dopo lunghe ricerche, il corpo di Saman viene ritrovato nel novembre 2022, sepolto nei pressi di un casolare abbandonato. Lo zio Danish Hasnain è stato condannato all’ergastolo a dicembre 2023. I due cugini sono stati condannati a 14 e 11 anni. I genitori, nel frattempo fuggiti in Pakistan, sono stati estradati (il padre nel 2023, la madre ancora irreperibile a inizio 2024) e sotto processo.

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di Robert Perdicchi - 12 Aprile 2025