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Riparte l’Italia del vino. Da oggi anche con il Tricolore in bottiglia: la tradizione più forte di ogni paura

L'eccellenza italiana

Riparte l’Italia del vino. Da oggi anche con il Tricolore in bottiglia: la tradizione più forte di ogni paura

Vinitaly 2025 è all'insegna di grandi novità. Segno che il Governo considera una priorità l’investimento sulla filiera vitivinicola, dazi o non dazi, crisi o non crisi

Il punto - di Paolo Di Caro - 7 Aprile 2025 alle 11:12

L’Italia del vino è sempre qui, anno dopo anno, con il sole o con la pioggia, nelle annate migliori e in quelle da dimenticare.
Verona, con la sua Fiera, è l’epicentro annuale degli scossoni che determinano variazioni e assestamenti di un mercato che, fra mille difficoltà, continua a rappresentare una delle più vigorose locomotive del “Made in Italy”. Quattro Ministri, una pletora di Sottosegretari, Presidenti di Regione, amministratori locali, tutti ad arricchire un parterre stracolmo di giornalisti e addetti ai lavori, pronti a raccogliere la voce delle Istituzioni, chiamate ad alzare la voce e vincere le paure e la drammatica crisi dei consumi.

Le grandi famiglie del vino italiano, come le migliaia di piccoli e medi produttori, sono una fetta molto significativa della nostra economia e dell’export tricolore in particolare. Un patrimonio fatto di contadini, territorio, innovazione tecnologica e tradizione. Il primo giorno di Vinitaly è tutto in questa miscela, potenzialmente esplosiva, fra le mille domande sulla stagione dei dazi e l’incredibile attenzione planetaria nei confronti dell’Italia del vino e dell’agroalimentare. A dispetto, purtroppo, del gap culturale che ci distanzia dai cugini francesi, bravi a far studiare il vino persino nelle scuole. Lo sa bene Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, da mesi impegnato sul fronte della difesa della produzione e dei produttori italiani, protagonista a Siracusa con il G7 Agricoltura, in piazza a Roma con “Agricoltura è” e oggi a “presidio” del Vinitaly, in ore rese complicate dalle decisioni USA sui dazi.

La novità: il Tricolore sulla bottiglia

Il Ministro gioca d’anticipo e un giorno prima del taglio del nastro annuncia la comparsa del Tricolore sulle bottiglie DOCG prodotte nel nostro Paese. Un colpo di teatro, un atto dal valore simbolico, ma di grande forza evocativa, oltre che un segnale a tutto il comparto: il Governo considera una priorità l’investimento sulla filiera vitivinicola, dazi o non dazi, crisi o non crisi. A ribadirlo, come detto, anche la presenza dei Ministri della Cultura, Alessandro Giuli, del Commercio con l’Estero, Adolfo Urso, e dei rapporti col Parlamento, Luca Ciriani. Una presenza massiccia, qualificata, non casuale.

Lollobrigida, stimolato dalla cronaca e dai tanti interrogativi, è perentorio sulla questione-dazi: “I danni, eventuali, andranno valutati a valle. Occorre evitare le guerre commerciali, anche perché fa molti più danni la riduzione dei consumi. Noi non rinunceremo all’export con gli USA, ma soprattutto gli USA non rinunceranno alle produzioni italiane di qualità”. Segnali di fumo e richiami alla coesione, senza farsi prendere dal panico: “Gli analisti, in situazioni analoghe, hanno spesso sbagliato le previsioni”. Anche Alessandro Giuli, nel suo ruolo, ha ribadito la solida presenza del vino nell’immaginario italiano, nella sua tradizione, nei segni lasciati dalle civiltà greche e latine che questa tradizione l’hanno fatta nascere, consolidata, rinvigorita, custodita.

Il ritorno alla terra “vincente”

Una giornata, quella dell’inaugurazione del 57esimo Vinitaly, ben oltre la ritualità dei numeri e l’ufficialità dei saluti dal palco.
É la difesa di un patrimonio identitario, fatto di quasi settecentomila ettari di territorio vitato, quarantatré milioni di ettolitri di produzione, una classifica dell’export che ci vede saldamente al comando per quantità e, ovviamente, per qualità.
E migliaia di famiglie, con i giovanissimi ormai a capo delle Aziende storiche, per le quali il “ritorno alla terra” non è uno slogan, ma una realtà quotidiana fatta di sacrifici e, spesso, incertezza del futuro. Anche in questo scenario, come nelle migliori metafore calcistiche, la miglior difesa è l’attacco, con la consapevolezza della forza straordinaria dei singoli e del collettivo.
Parte Vinitaly, ma il messaggio vero è che riparte l’Italia del vino. Da oggi, anche con il Tricolore in bottiglia.

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di Paolo Di Caro - 7 Aprile 2025