
Verso il Cpr di Gjader
Riparte l’operazione Albania: la nave Libra in viaggio con 40 migranti a bordo
Il governo va avanti sulla strada della gestione del fenomeno migratorio attraverso strumenti innovativi. E incassa un primo assist dalla Corte Ue sul tema dei Paesi sicuri
La nave Libra della marina militare è partita da Brindisi in direzione Albania: a bordo ci sono i quaranta migranti di varie nazionalità, destinati al centro di permanenza e rimpatrio di Gjader. I clandestini, soggetti a decreti di espulsione delle questure italiane per illecita presenza sul territorio nazionale, sono arrivati nei giorni scorsi al Cpr brindisino di Restinco da altri centri. Il trasferimento avviene grazie ai nuovi provvedimenti del governo, che hanno riformulato le previsioni iniziali per l’utilizzo dell’hub albanese.
La nave Libra riparte alla volta dell’Albania
Per l’occasione c’è stato un grande dispiegamento di forze dell’ordine, con la finalità di prevenire eventuali manifestazioni di protesta. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva annunciato ieri l’imminente spostamento dei migranti in Albania, “al fine del loro successivo allontanamento verso i Paesi di origine”.
Piantedosi : “Esploriamo nuove soluzioni per il fenomeno migratorio”
“Con il Protocollo Italia-Albania stiamo esplorando nuove strade per la gestione del fenomeno migratorio”, aveva detto il ministro Piantedosi: “Confidiamo nelle determinazioni a breve della Corte di Giustizia europea su questioni che, in verità, a noi sembrano già chiare”. “E intanto utilizzeremo le strutture albanesi come centri di permanenza per il rimpatrio di migranti già destinatari di provvedimento di espulsione”.
L’assist dell’avvocato generale della Corte Ue all’Italia
In merito all’applicazione del protocollo Italia-Albania, l’avvocato generale della Corte di Giustizia europea Richard de la Tour ha affermato che “uno Stato membro dell’Ue può designare un Paese terzo come Paese d’origine sicuro tramite un atto legislativo, ma deve rendere accessibili le fonti su cui tale designazione si basa, affinché sia possibile un controllo giurisdizionale effettivo”. Il caso su cui si è espresso l’avvocato generale riguarda due cittadini del Bangladesh, trasferiti proprio in Albania nell’ambito del protocollo varato a novembre 2023. Dunque, benché manchi ancora il pronunciamento, a livello di Corte Ue si va delineando una linea favorevole alle scelte dell’Italia.