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La convinzione di Schlein: “Meloni sente il fiato sul collo”

Il favoloso mondo di Elly

Schlein ne spara un’altra delle sue: «La partita è aperta, Meloni sente il nostro fiato sul collo»

Ospite di La7, la segretaria dem sembra arrivata da un'altra dimensione del multiverso: cos'ha detto su Trump, fornaia antifascista e futuro del centrosinistra

Politica - di Luciana Delli Colli - 28 Aprile 2025 alle 15:51

Elly Schlein sembra sempre più l’Amélie del celebre film, solo che il suo mondo non è affatto favoloso. L’Italia in cui vive la segretaria dem è, piuttosto, una spaventosa distopia in cui le fornaie antifasciste vengono perseguitate e la destra ce l’ha a morte con i poveri, mentre Giorgia Meloni pensa solo a come ingraziarsi Trump. Per fortuna, però, c’è il Pd che sta guidando una vigorosa rimonta sul centrodestra, grazie alla costruzione di una solida alternativa insieme alle altre forze di opposizione, tanto che «Meloni sente il fiato sul collo». Non è chiaro se Schlein ci creda o no, fatto sta che l’ha detta più o meno così ieri sera nel corso della trasmissione In altre parole su La7, che per l’occasione si sarebbe anche potuta chiamare “In altri universi”.

L’ultima sparata di Schlein: «Meloni sente il nostro fiato sul collo»

«La partita è aperta, Meloni fa bene a sentire il fiato sul collo», ha sostenuto Schlein, dicendosi convinta che il centrosinistra riuscirà a costruire «l’alternativa» all’attuale coalizione di governo. Il successo partirà dai referendum, passerà dalle amministrative e arriverà dritto dritto alle politiche: «Sono convinta che ce la faremo, non possiamo essere gli unici a sentire la responsabilità di battere questo governo». «La somma delle forze di opposizione è già vicina alle percentuali del governo», ha detto Schlein, incurante tanto dei numeri quanto della politica. Vale a dire tanto dei sondaggi quanto dell’incompatibilità dimostrata fin qua dalle forze d’opposizione, che comunque pure nell’ipotesi fantapolitica che riescano a mettersi tutte insieme, da Calenda ad Avs, restano comunque sotto la coalizione (vera) di maggioranza.

La bizzarra richiesta sulla fornaia di Ascoli Piceno

Capitolo allarme antifascismo, che stavolta s’incarna nel caso della fornaia di Ascoli Piceno, che aveva esposto uno striscione sul 25 aprile. Il governo, per Schlein, è gravemente colpevole di non aver dato né spiegazioni sulla «doppia identificazione» né solidarietà per i controlli fatti dalla polizia, sul cui operato però è intervenuta la Questura, chiarendo che non c’era stata alcuna identificazione, che gli agenti erano intervenuti nell’ambito dei controlli predisposti per fare in modo che non ci fossero scritte o simboli inadeguati in prossimità delle celebrazioni e che, una volta accertato che il messaggio esposto era «pacifico e coerente con il significato della giornata», se n’erano andati senza ulteriori interventi. Epperò, vabbè, per Schlein «siamo al paradosso che si colpiscono gli antifascisti» e «nel Governo stanno zitti».

La nostalgia canaglia del reddito di cittadinanza

Questione sociale: Schlein ha nostalgia del reddito di cittadinanza. E fa niente che, dati Istat alla mano, da quando è stato abolito l’occupazione stia volando. «Va rimesso in campo uno strumento di contrasto alla povertà. Il reddito di cittadinanza era uno strumento che si poteva migliorare insieme. Solo Meloni può pensare che in un Paese come l’Italia dove abbiamo valori di povertà che non vedevamo da 15 anni, si possono segare le gambe agli aiuti contro la povertà», ha detto, annunciando che «in un governo progressista tra le prime cose che faremo ci sarebbe quella di occuparci delle persone più povere e soprattutto dei lavoratori poveri e per questo abbiamo proposto il salario minimo che Meloni sta invece affossando».

E sui dazi siamo ancora al «Meloni doveva scegliere l’Ue»…

Infine, i dazi. Mentre Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen continuano a sentirsi per organizzare il vertice con gli Usa, “portato a casa” da Meloni con la visita a Washington e reso più vicino dal disgelo tra la presidente della Commissione Ue e Trump favorito ai funerali di Papa Francesco, Schlein continua a sostenere che Meloni «avrebbe dovuto scegliere l’Italia e l’Unione europea» e invece «ha scelto di fare spallucce e minimizzare per non entrare mai in contraddizione con il suo amico Donald Trump».

 

 

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di Luciana Delli Colli - 28 Aprile 2025