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Gorizia bandiere Tito

Squallida provocazione

Sfregio a Gorizia, bandiere con la stella di Tito per le strade spacciate per “fatto artistico” e “goliardata”

Politica - di Federica Argento - 1 Aprile 2025 alle 16:23

L’esposizione delle bandiere jugoslavedi Tito su un edificio di Corso Verdi a Gorizia è stata una provocazione – una delle tante- inaccettabile.  Che graida vendetta ancor più perché gli autori del gesto lo hanno derubricato a “fatto artistico”, filologico. Non ci sta il primo cittadino Rodolfo Ziberna. “Chiunque siano i provocatori si qualificano da sé”.  Insensibilità, mancanza di senso storico. Le bandiere titine che significano stragi e sangue italiano sono state esposte sabato scorso. Domenica sera è emerso che è stata un’iniziativa dell’associazione di promozione sociale “Agorè”, che ha sede nell’edificio in cui organizza mostre ed eventi. «Abbiamo deciso di esporre le bandiere – hanno detto i responsabili al quotidiano Il Piccolo – in occasione del finissage della nostra ultima mostra. Lungi da noi un’esaltazione di tale momento storico: solo una rievocazione filologica, se proprio vogliamo un gesto artistico».

Bandiere con la stella di Tito, lo sfregio a Gorizia

Una giustificazione che sa di presa in giro feroce. E infatti viene rimandata al mittente. «È uno squallido gesto di sostegno ad uno dei totalitarismi (il comunismo sovietico da cui deriva quello del maresciallo Tito) – ribadisce il primo cittadino di Gorizia – condannati dal Parlamento europeo,  perciò sono antieuropei. Ma soprattutto sono anti italiani ed anti goriziani perché è noto come il regime dittatoriale cui si riferisce la bandiera si è reso responsabile di centinaia di migliaia di uccisioni di oppositori al regime medesimo, tra cui migliaia di italiani ed ancor più sloveni. Centinaia sono stati, come noto, i goriziani – e tra questi anche anti fascisti e sindacalisti – deportati ed uccisi a guerra finita dai partigiani comunisti titini per eliminare chi avrebbe potuto opporsi all’occupazione titina di Gorizia e la sua annessione alla dittatura comunista”.

Esporre queste bandiere significa uccidere per la seconda volta queste sorelle e fratelli goriziani; significa farsi beffa dei sentimenti delle centinaia di famiglie che portano ancora con sé questo dramma familiare e di tutta la comunità goriziana.Del resto – ha proseguito- come ci sono nel mondo persone fuori di senno che inneggiano al nazismo a Gorizia abbiamo queste persone qui. Si aggiungono a quel manipolo di persone che cercano in ogni modo di ostacolare i rapporti con la Slovenia e Nova Gorica. Ce ne faremo una ragione» conclude infine il sindaco Ziberna in un intervento appassionato e dolente al sito dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Menia: “Tito a Gorizia ha fatto più di 1000 morti”

La vicenda è sconcertante,  anche perché quest’anno Gorizia e Nova Gorica sono, insieme a Chemnitz (città natale di Karl Marx), le capitali transfrontaliere della cultura europea. Occasione che dovrebbe unire e non perpetuare odi. Lo spiega bene il senatore di  Fratelli d’Italia Roberto Menia che non è affatto ottimista sul clima che si sta insaurando:  «Purtroppo noto che a Gorizia stiamo cedendo- ha dichiarato a Libero-. L’operazione Goriza-Nova Gorica poteva essere un’opportunità e invece silenzia alcuni fatti, come questo, perché dobbiamo dire che tutto va bene. L’azione culturale è piena di limiti. Dalla parte slovena non si molla mai, mentre dalle nostre parti si molla sempre. Hanno detto che le bandiere esposte sono un’opera filologia. Ma Tito solo a Gorizia ha fatto più di mille morti». Altro che filologia. Rincara il suo biasimo Menia.

Menia: “Inaccettabile gesto bollato come goliardata”

«Questo fatto è stato bollato come una goliardata, ma non possiamo far passare tutto in cavalleria. Qui abbiamo paesi che hanno modificato il proprio nome senza il bilinguismo, eppure nessuno se ne accorge. Gli esempi sono Pese diventato Pesek e San Dorligo della Valle tramutatosi in Dolina». Luca Urizio, presidente della Lega Nazionale di Gorizia, rincara la dose: «Siamo città europea della cultura, ma siamo supini agli sloveni. Il comune ha realizzato un tabellone in cui accomuna Norma Cossetto alla partigiana Milojka Štrukelj, figlia di uno dei più importanti capi partigiani della zona, mettendole sullo stesso piano». No, questo è certamente troppo.

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di Federica Argento - 1 Aprile 2025