
L'inchiesta di Trieste
Svolta nel delitto di Liliana Resinovich: indagato il marito. Prove nella casa di Sebastiano Visintin (video)
C’è una svolta nell’inchiesta sul delitto di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni trovata senza vita il 5 gennaio 2022, a Trieste, ormai definitivamente considerata vittima di un omicidio e non suicida. Secondo quando annunciato ieri sera dal programma “Quarto Grado“, su Rete4, il marito della donna, Sebastiano Visintin, è finito ufficialmente nel registro degli indagati per l’omicidio della moglie.
Martedì scorso gli inquirenti, racconta “Quarto Grado“, “hanno effettuato una perquisizione presso la sua abitazione, durata sette ore, e non ne sono usciti a mani vuote. Le forze dell’ordine contestano a Visintin l’omicidio della coniuge. Reato che potenzialmente può essere punito con l’ergastolo”.
Liliana Resinovich, il marito rischia l’ergastolo per femminicidio
L’esito della perizia medico-legale incaricata dalla Procura di Trieste all’anatomopatologa Cristiana Cattaneo ed a Vanin, Tambuzzi e Leone, ha definitivamente cancellato la (azzardata) ipotesi del suicidio spiegando nel dettaglio di oltre duecento pagine che Lilly, invece, è stata uccisa. Non solo, precisando anche che “in via di elevata probabilità” la sessantatreenne è morta “nella mattinata del 14 dicembre 2021 entro quattro ore dalla colazione”. Cioè la mattina stessa in cui è scomparsa, prima che il suo corpo venisse trovato nel boschetto di San Giovanni il 5 gennaio successivo, con la testa in due sacchetti per alimenti chiusi da un laccetto attorno al collo e il corpo in due grandi sacchi neri di quelli utilizzati per i rifiuti solidi, uno infilato dall’alto e uno dal basso. La fascia oraria indicata dalla perizia è facilmente individuabile, visto che Liliana aveva fatto colazione intorno alle 8/8.30. La donna era poi stata vista l’ultima volta alle 8.50, ripresa dalla videocamera di un autobus, mentre attraversa piazzale Gioberti, vicino a casa. Pochi giorni fa per l’ennesima volta ma la prima dopo l’esito della perizia della Cattaneo, Sergio Resinovich, fratello della vittima, aveva chiesto che la magistratura indagasse su Visintin, accusandolo di un coinvolgimento nella morte di Liliana.
La difesa di Sebastiano Visintin
“Aspettiamo cosa i miei avvocati decideranno di fare, io ho massima fiducia in loro, sono a disposizione e spero che avrò la possibilità di parlare con gli inquirenti e rispondere alle domande che mi faranno”, ha detto ieri sera Sebastiano Visentin. “Siamo arrivati a un punto in cui cerchiamo di capire cosa sia successo. Assolutamente no. Nella mia vita ho passato tantissime cose belle e tantissime cose brutte. Questo è un momento delicato, di dolore, sono indagato, ho perso la moglie, in questi anno ho cercato di capire cosa sia successo a Liliana, e trovarmi oggi indagato è la cosa peggiore che potesse capitarmi”.