
"Voleva immolarsi"
Terrorista tunisino dell’Isis preso in Calabria, preparava un attentato: “Pronto a sgozzare gli infedeli” (video)
Il suo obiettivo era punire gli infedeli: nel decreto di fermo, gli inquirenti delinenano il profilo psicologico di Halmi Ben Hahmoud Mselmi, il terrorista tunisino affiliato all’Isis, arrestato a Cosenza. Il 28enne, intercettato dagli investigatori, ha più volte ribadito la sua intenzione di ammazzare gli infedeli, sottolineando che prima o poi avrebbe portato a compimento i suoi propositi, particolarmente cruenti.
Non un lupo solitario, perché Halmi Ben Hahmoud Mselmi manteneva contatti con la Tunisia e utilizzava spesso Messenger per colloquiare con i suoi sodali. In una conversazione del 20 gennaio 2024 tra Mselmi e un suo connazionale, i due concordavano sul fatto di utilizzare la piattaforma Messenger per parlare tra loro, ragionando su accortezze da osservare per evitare di lasciare traccia negli apparecchi. Nella stessa conversazione, il 28enne tunisino ricordava le modalità con le quali la polizia tunisina aveva fatto irruzione nelle abitazioni dei sodali a dimostrazione del legame con le persone che erano finite a processo in Tunisia. In un’ulteriore conversazione, captata dagli inquirenti, Mselmi e altri due suoi amici ribadivano l’esigenza di reperire un applicativo informatico in grado di consentire loro di agire con riservatezza.
Affiliato a una cellula dell’Isis in Tunisia
Viene descritto nel decreto di fermo della Procura della Repubblica – che l’Adnkronos ha potuto visionare – come un punto di riferimento per i suoi sodali, tutti “fratelli”, alcuni indagati con lui nello stesso procedimento, riconducibili alla cellula “Chott Meriem”. “Una personalità inquietante – scrive il pm – profondamente radicalizzata e disponibile ad immolarsi per la causa musulmana”. Il tunisino, 28enne ha alle spalle un arresto quando era ancora minorenne: “Avevo un pc pieno di video del Daesh”, scriveva lui stesso a un sodale in una conversazione intercettata. Video che, come lui stesso specificava poi al suo interlocutore, riguardavano le modalità di uccisione delle vittime, in particolare la loro decapitazione. “Mi hanno chiesto chi sono i miei amici, in quale moschea vado – ha continuato – e se ho contatti con i terroristi che stanno nella montagna ‘Chaanbi‘ (un luogo in Tunisia dove si rifugiano i terroristi, ndr). Ho negato tutto, ho detto che ho 17 anni, che non sono andato a scuola solo perché non stavo bene”.
I propositi del terrorista: “Voglio sgozzare una decina di poliziotti”
Furioso per la sua latitanza, bloccato in Italia perché senza permesso di soggiorno, il 28enne tunisino arrestato dai poliziotti della Digos di Catanzaro perché ritenuto affiliato all’Isis, si esprimeva così, apprende l’Adnkronos, riferendosi alle autorità che lo stavano cercando: “Se mi salgono i nervi, divento veramente un terrorista, hai capito? – diceva in una conversazione intercettata – Questa è la fine. Inizio a girare con un coltello e se mi capita un poliziotto glielo do e comincio a sgozzare i poliziotti. Quella è la vita se non ti lasciano in pace, se non ti lasciano, tu non li devi lasciare… allora cosa dovevo fare?.. Sono fuggito clandestinamente”, spiegava manifestando la sua indole violenta nei confronti dei poliziotti. Nemmeno un anno fa, sempre allo stesso interlocutore, suo sodale, raccontava: “uno con la pazienza aggredisce e ne cattura uno ogni giorno; ogni giorno avrei catturato uno dei gruppi dei serpenti (termine con il quale indica i poliziotti, ndr) e l’avrei aggredito. E se Dio avesse voluto, in un anno ne avrei finito dieci o venti”.
“Congratulazioni alla Digos della Questura di Catanzaro per la brillante operazione, condotta insieme al personale della Digos di Cosenza“, vengono espresse dalla sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro. “Un’operazione – aggiunge l’esponente di FdI – che dimostra, ancora una volta, l’efficacia del nostro sistema investigativo nel prevenire minacce gravissime alla sicurezza nazionale”.