
Il cardinale "miracolato"
Toto papa: avanza Betori, conservatore ma non troppo. Nel 2013 stava per essere freddato con un colpo alla nuca
Chi crede ai segni premonitori o ai segnali profetici tenga a mente il nome di Giuseppe Betori al Conclave che indicherà il successore di Papa Francesco. Il 78enne cardinale di Foligno viene dato tra i papabili in ascesa per il suo profilo conservatore, ma senza le rigidità di altri porporati tradizionalisti. Nella sua biografia c’è anche un episodio, che fece gridare al miracolo i fedeli fiorentini.
Era il 4 novembre 2013 e uno squilibrato decise che voleva uccidere l’allora arcivescovo di Firenze: sparò alcuni colpi di pistola al suo collaboratore, che rimase gravemente ferito, quindi rivolse la rivoltella alla nuca del cardinale Betori, con le modalità di una vera e propria esecuzione. A quel punto avvenne, l’imprevisto ai “confini della realtà” che potrebbe far gridare al miracolo. Come riporta Radio Vaticana, la pistola si è inceppata nell’attimo decisivo. Giusto il tempo per far intervenire i soccorsi, che fermarono l’assalitore e salvarono il cardinale che il 7 maggio entrerà in Conclave.
Dopo 12 anni Betori non entra in Conclave tra i più quotati nel toto papa, nè tantomeno tra i papabili più citati. Tuttavia la sua esperienza da ex segretario della Cei ai tempi di Ruini vicario e Giovanni Paolo II papa e il suo percorso attraverso i dicasteri vaticani, come pure la familiarità con i meccanismi della macchina vaticana potrebbero renderlo un candidato di unità, soprattutto se il Collegio Cardinalizio cercherà una figura di transizione. La sua vicinanza a temi come la formazione del clero e l’educazione cattolica rispecchia priorità centrali per la Chiesa contemporanea. Inoltre, con Bergoglio, per usare un eufemismo, ha usato un rapporto non sempre armonioso.
Chi è Giuseppe Betori e perché potrebbe diventare papa
Nato a Foligno il 25 febbraio 1947, Giuseppe Betori è stato ordinato sacerdote nel 1970 nella diocesi di Foligno. Ha completato gli studi alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico, specializzandosi in Sacra Scrittura con una tesi sugli Atti degli Apostoli. Docente di esegesi del Nuovo Testamento, ha pubblicato numerosi saggi teologici, concentrandosi sull’opera di Luca e sull’ermeneutica biblica.
Carriera ecclesiastica
Betori ha ricoperto ruoli chiave nell’organizzazione ecclesiale italiana: direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), e organizzatore di eventi come la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000. Nominato segretario generale della CEI nel 2001 da Giovanni Paolo II, è stato consacrato vescovo nello stesso anno. Nel 2008 è diventato arcivescovo di Firenze, carica mantenuta fino al 2024. Creato cardinale da Benedetto XVI nel 2012, ha guidato l’arcidiocesi fiorentina attraverso eventi significativi, tra cui l’attentato del 2011 – in cui rimase illeso mentre il suo segretario fu ferito – e le visite papali.
Ha da giocarsi le carte migliori come esperienza istituzionale: la sua lunga carriera nella CEI e nella Curia romana (membro di congregazioni come Clero e Cause dei Santi) lo rende un conoscitore profondo della macchina ecclesiastica. Inoltre è un autore prolifico e accademico, ha promosso un dialogo tra fede e cultura, in linea con la tradizione intellettuale della Chiesa. Pastore attento, ma pragmatico, il cardinale folignate a Firenze ha mostrato capacità di gestione durante crisi come la pandemia, adattando la pastorale alle esigenze del territorio. Sul fronte dottrinale, da Betori non è pensabile aspettarsi fughe in avanti. Tuttavia, pur descritto come austero, ha dimostrato flessibilità nel confronto con le istanze sociali, come durante la riabilitazione di Don Milani con Papa Francesco.
Betori, a 78 anni (2025), rientra tra i cardinali elettori, ma l’età potrebbe essere un limite rispetto a candidati più giovani. La sua figura è associata a un cattolicesimo istituzionale, lontano dalle correnti più progressiste in voga sotto Bergoglio. C’è da dire che, però, il suo profilo di “tecnocrate con anima pastorale” potrebbe emergere come candidato da giocare come figura di compromesso in un conclave che si rivelasse particolarmente polarizzato. E, poi, per chi vuole leggere i segni profetici, c’è sempre quella pistola inceppata il 4 novembre 2013.