
Il ripensamento del tycoon
Trump pronto a sospendere i dazi per il settore automobilistico: “Bisogna dare tempo alle aziende”
Dopo il congelamento dei dazi nei confronti dell’Ue, Donald Trump sta pensando di sospendere anche le tariffe per le aziende automobilistiche, colpite dalle sanzioni al 25%. ”Sto valutando qualcosa per aiutare alcune aziende automobilistiche che si stanno riconvertendo per le parti prodotte in Canada, Messico e altri luoghi”, ha detto il presidente americano, consapevole che queste imprese “hanno bisogno di un po’ più di tempo” e che comunque produrranno le macchine in America. Non esistono infatti automobili interamente prodotte negli Usa per il momento: alcune vengono assemblate lì, ma i pezzi provengono da Messico e Canada.
Dopo il suo annuncio, Wall Street ha chiuso in rialzo: il Dow Jones chiude infatti in progressione dello 0,78% a 40.524,794 punti. L’S&P 500 chiude in crescita dello 0,84% a 5.408,32 punti mentre il Nasdaq chiude in rialzo dello 0,64% a 16.831,48 punti.
Trump pensa di sospendere i dazi sulle auto, ma resta il lodo sull’hi-tech
Nonostante il ripensamento di Trump sull’eventuale sospensione dei dazi per il settore automobilistico, rimane un lodo sugli smartphone, i laptop e altri prodotti hi-tech che nonostante una temporanea esclusione, potrebbero essere oggetto delle nuove tariffe americane. La rivelazione sui prodotti hi-tech arriva proprio da un’intervista rilasciata dal Segretario al Commercio Usa Howard Lutnick a Abc news, in cui il rappresentante ha spiegato che i beni esenti dalle ulteriori tassazioni saranno probabilmente inclusi in un nuovo pacchetto di dazi per l’industria dei semiconduttori “tra un mese o due”. Pochi giorni fa l’amministrazione Trump aveva pubblicato le nuove linee guida sulle tariffe commerciali, ma a quanto pare si è verificato un cambio di programma: il documento escludeva smartphone e computer portatili dal sovrapprezzo del 125%, imposto la settimana scorsa sulla merce cinese.
Stando alle parole di Lutnick, i dazi sull’hi-tech includeranno prodotti come gli iPhone, la cui produzione avviene in gran parte in Cina. Quindi l’obiettivo dell’amministrazione è quello di indurre le aziende a produrre negli Stati Uniti. L’intervistatore Jonathan Karl ha affermato che “non si può aprire una fabbrica domani per costruire iPhone”, interrogandosi a proposito dell’inevitabile ricaduta sui prezzi di consumo negli Stati Uniti. Per Lutnick però non è detto che tutto questo accada: “L’idea è che possiamo fabbricare qui in America. Ho visto Panasonic, per esempio. Una compagnia giapponese. Stanno aprendo una fabbrica incredibile in Kansas”, riferendosi a uno stabilimento che la multinazionale ha iniziato a costruire nel 2022.
Trump su semiconduttori e hi-tech: “Ci sarà una certa flessibilità”
Domenica scorsa, Trump ha chiarito che ai dispositivi hi-tech non è stata applicata una vera e propria esenzione dai dazi, affermando che il governo sta analizzando e “l’intera filiera elettronica” per le nuove indagini tariffarie per la sicurezza nazionale. Mentre parlava ai giornalisti sull’Air force one, il presidente americano ha confermato che le tariffe sui semiconduttori sono previste “entro la prossima settimana”, aggiungendo che ci sarà “una certa flessibilità per alcuni prodotti”. Gli Usa e la Cina hanno dei rapporti molto tesi e questa nuova decisione potrebbe assicurare una nuova scossa al mercato globale dell’elettronica. Intanto, la Casa Bianca si sta impegnando sulla rilocalizzazione produttiva mentre aziende e consumatori americani si stanno organizzando per il nuovo paradigma economico.