
L'annuncio a sorpresa
Trump sospende i dazi per 90 giorni: «A tutti tranne che alla Cina». E stavolta non è una fake
Il presidente lo ha scritto su Truth: Wall Street prende il volo. Resta il pungo di ferro con Pechino: «Manca di rispetto, per loro tariffe al 125%». Giorgetti: «Prendo atto dell’iniziativa, che apprezzo. Bisogna ragionare a mente fredda»
La notizia arriva in Italia quando ormai è sera, al termine di una giornata ad alto tasso di scandalo per la frase sui tanti Paesi pronti a “baciargli il c…”: Donald Trump ha annunciato sui dazi «una pausa di 90 giorni, e una tariffa reciproca ridotta durante questo periodo al 10%, con effetto immediato». Stavolta non è una falsa aspettativa, come accaduto un paio di giorni fa quando la Casa Bianca ha smentito una dichiarazione in questo senso del consigliere economico di Trump, Kevin Hassett. L’annuncio stavolta è stato fatto direttamente dal presidente, tramite Truth, il suo social.
L’annuncio di Trump: «Dazi sospesi per 90 giorni per tutti. Ma non per la Cina»
La sospensione riguarderà tutti i Paesi colpiti dalle tariffe, variabili tra il 10% e il 49%, con una sola eccezione: la Cina. Per Pechino i dazi saranno invece alzati fino alla soglia record del 125%. «Manca di rispetto», ha lamentato Trump, al quale Xi Jinping ha risposto da subito puntando sull’escalation, in un braccio di ferro estenuante chiaramente dettato più da ragioni politiche che commerciali. Da entrambe le parti. Tanto che a questo punto non appare tesi peregrina il fatto che il vero obiettivo grosso di The Donald fosse proprio isolare Pechino.
Il braccio di ferro con Pechino
Un segnale in questo senso è emerso anche dalle parole del segretario al Commercio Howard Lutnick e del segretario al Tesoro, Scott Bessent, entrambi presenti mentre Trump scriveva su Truth. Nonché da una affermazione della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. «Scott Bessent e io ci siamo seduti con il presidente mentre scriveva uno dei post più straordinari della sua presidenza. Il mondo è pronto a collaborare con il presidente Trump per sistemare il commercio globale e la Cina ha scelto la direzione opposta».
Lo stesso Bessent ha detto che «la Cina è l’economia più squilibrata della storia moderna ed è la principale fonte dei problemi commerciali degli Stati Uniti e, in effetti, è un problema per il resto del mondo». «Ci è voluto un grande coraggio, un grande coraggio per mantenere la rotta fino a questo momento», ha aggiunto poi Bessent, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca e precisando che i dazi per i Paesi che cercano di negoziare con gli Stati Uniti scenderanno al 10%, compresi Canada e Messico. «A tutti i Paesi del mondo che vogliono venire e negoziare, siamo disposti ad ascoltarvi», ha aggiunto il segretario al Tesoro.
«A molti di voi nei media manca chiaramente l’arte del negoziato. È chiaro che non avete capito cosa sta facendo il presidente Trump», ha detto poi Leavitt, sottolineando che l’annuncio del 2 aprile faceva parte della strategia negoziale del presidente. Poi, commentando le preoccupazioni secondo cui i dazi sugli alleati spingano i Paesi ad avvicinarsi alla Cina, Leavitt ha sottolineato che «in realtà, abbiamo visto l’effetto opposto. Il mondo intero sta chiamando gli Stati Uniti d’America, non la Cina, perché hanno bisogno dei nostri mercati, dei nostri consumatori e hanno bisogno di questo presidente nello Studio Ovale per parlare con loro».
Wall Street prende il volo dopo l’annuncio
Trump ha annunciato la pausa tenendo conto che «oltre 75 Paesi hanno chiamato i rappresentanti degli Stati Uniti, compresi i dipartimenti del Commercio, del Tesoro, per negoziare una soluzione ai temi in discussione relativi al commercio, alle barriere commerciali, alle tariffe, alla manipolazione delle valute e alle tariffe non monetarie, e che questi Paesi non hanno, su mio forte suggerimento, fatto alcuna ritorsione in alcun modo o forma». Certo, non è escluso che un peso l’abbiano avuto anche i ripetuti tracolli dei mercati, benché Trump abbia continuato a ostentare sicurezza nel corso di questi cinque giorni di terremoti finanziari. Wall Street, intanto, dopo una partenza positiva, ha preso letteralmente il volo dopo l’annuncio: il Dow Jones e l’S&P 500 sono saliti di oltre il 6% , mentre il Nasdaq è cresciuto del 7,3%, per poi arrivare oltre il 10%.
Giorgetti: «Prendo atto dell’iniziativa di Trump, che apprezzo»
«Prendo atto dell’iniziativa di Trump, che apprezzo. Ha capito esattamente l’obiettivo, era quello su cui chiedevo si orientasse l’amministrazione Usa al G7», ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. «Bisogna capire gli impatti diretti, bisogna ragionare a mente fredda. Bisogna essere molto chirurgici per essere anche molto efficaci», ha aggiunto Giorgetti.
Tajani: «Un segnale che vogliamo interpretare positivamente, è auspicabile che favorisca il negoziato»
«La decisione sui dazi del presidente Trump è un segnale che vogliamo interpretare positivamente, è auspicabile che il rinvio di 90 giorni favorisca il negoziato», ha commentato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. «D’altronde -. ha aggiunto – il governo italiano dal primo momento ha scelto un approccio che non favorisca una guerra commerciale che, lo abbiamo capito tutti, danneggerebbe cittadini e mercati americani, europei e di tutto il mondo».