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Green Deal

Un altro passo avanti

Ue, si sgretola l’impalcatura socialista del Green Deal: il voto che ridà sollievo alle imprese. Sinistra sconfitta

Politica - di Adriana De Conto - 1 Aprile 2025 alle 17:48

Un altro passo in avanti verso l’abolizione del Green deal. E’ un’ottima notizia la votazione alla plenaria al Parlamento europeo che “ha approvato la procedura d’urgenza per ritardare gli obblighi amministrativi posti dal Green Deal a carico delle imprese: è una buona notizia per il rilancio della competitività europea”. Il copresidente dei Conservatori al Parlamento Europeo, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini (Ecr) esulta.

Procaccini: “Passo verso la demolizione del Green Deal”

Una pagina importante, si tratta di “un altro passo verso la demolizione dell’impalcatura socialista del Green Deal voluto nella scorsa legislatura dalla sinistra. Che esce sconfitta dal voto di oggi, martedì 1 aprile. Se fosse passata la linea di socialisti, verdi ed estrema sinistra, sarebbero entrati in vigore immediatamente pesanti obblighi amministrativi per le imprese: con un aggravio di procedure e quindi di costi. In vista del voto di giovedì a Strasburgo ci confronteremo sui contenuti, cercando di limitare i danni prodotti dalla linea di Frans Timmermans”.

Battute le sinistre che difendono la burocrazia Ue

Con la procedura d’urgenza viene saltato il voto in commissione e si passa direttamente al voto in plenaria. I gruppi hanno votato relativamente compatti: a favore Ppe, Renew Europe e i tre gruppi delle destre (Ecr, PfE ed Esn); contro S&D (si è astenuta Elisabetta Gualmini), Verdi/Ale e Sinistra. Battute le sinistre. 

Mantovani: “Rinvio di due anni delle norme Ue sulla sostenibilità aziendale”

“E’ una maggioranza per la responsabilità, lo sviluppo e la competitività quella che ha sostenuto a Strasburgo l’applicazione della procedura di urgenza per quella parte del pacchetto Omnibus che porterà al rinvio di due anni delle direttive europee sulla rendicontazione societaria (Csrd) e del dovere di diligenza delle imprese (Csddd) in materia di sostenibilità”. Lo sottolinea l’eurodeputato Mario Mantovani, vicepresidente della commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo. Per Mantovani, “con questo voto l’Europa ha fatto sue le priorità da sempre sostenute da Fratelli d’Italia e da tutti coloro che chiedono il rilancio della competitività europea e un quadro normativo più semplice e attrattivo per le imprese”.

“Sinistra lontana dal tessuto produttivo nazionale”

Da biasimare ancora una volta la contrarietà della sinistra e “il suo perseverare nel sostegno di quella stessa ideologia green che ha ridotto in ginocchio l’industria europea”. Il voto contrario dimostra  una volta di più “l’irresponsabilità politica e la lontananza dal tessuto produttivo nazionale e dalle esigenze di quei cittadini che all’Europa chiedono sviluppo e lavoro. Oggi la sinistra ha reso palese il tradimento di quei valori europei da cui si sta dimostrando sempre più lontana”, ha concluso Mantovani.

“Rimuovere i dazi che ci siamo imposti da soli con il Green deal”

L’intervento di Procaccini prima del voto aveva focalizzato gli aspetti determinanti. Nelle prossime settimane “saremo chiamati ad uno sforzo legislativo urgente e profondo, per rimuovere i dazi che ci siamo imposti da soli con il Green Deal. Al netto di ogni ipocrisia, il cosiddetto pacchetto Omnibus serve esattamente a questo”. Per questo “Mi rivolgo al gruppo dei Popolari: non abbiate paura di fare le scelte giuste, anche se condivise con i gruppi che siedono alla destra del Parlamento. Io c’ero, nella scorsa legislatura: quante volte il ricatto dei Socialisti di votare con l’estrema sinistra e i Verdi ha guidato il percorso legislativo indicato da Frans Timmermans….ora c’è da salvare l’Europa. Come ci hanno scritto i produttori dell’associazione Business Europe, ‘time is of the essence’: dobbiamo fare presto, dobbiamo fare bene”.

Sinistra lontana dai ceti produttivi

Per Procaccini il “rilancio della competitività industriale” dell’Ue è essenziale. “Rappresento un gruppo politico da sempre schierato a difesa del libero mercato: perché sa premiare il talento degli imprenditori, la qualità dei loro prodotti e di conseguenza la libertà e il benessere delle persone. Il presidente Ronald Reagan diceva giustamente di essere contro i dazi: perché la legislazione protezionistica distrugge la prosperità. Ciò detto, coloro che oggi strepitano contro la minaccia di dazi da parte dell’amministrazione di Donald Trump sono gli stessi che hanno trascinato l’economia del nostro continente in una palude socialista: con la motivazione che bisognava difendere il pianeta Terra dagli esseri umani che vivono in Europa”

Fidanza: “Commissione d’inchiesta sul Greengate”

Carlo Fidanza ha focalizzato il suo intervento rimettendo al centro competitività, pragmatismo e buonsenso: “seguendo la rotta tracciata da Giorgia Meloni, abbandonare l’ideologia rosso-verde e pretendere la verità sul “green-gate”. “Nelle prossime ore depositeremo le firme necessarie per richiedere l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul cosiddetto Greengate“, annuncia  il capodelegazione di Fdi al Parlamento Europeo: “Ringrazio i quasi 200 deputati che l’hanno supportata e faccio appello agli amici del Ppe, che hanno avuto un ruolo importante nel richiedere chiarezza sull’azione delle Ong ambientaliste, affinché si uniscano a noi in questa battaglia di verità e trasparenza”.

 

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di Adriana De Conto - 1 Aprile 2025