
La morte del Papa
Un 25 Aprile “sobrio”? Magari. Da anni sinistra, partigiani e centri sociali scatenano l’inferno in piazza
“Ieri Mussolini, oggi la Meloni, a Piazzale Loreto sono tanti i lampioni”, era uno dei “sobri” slogan scanditi nel 2023 durante il corteo dei movimenti sociali nel quartiere Centocelle a Roma. Lo stesso anno, sempre all’insegna della sobrietà, il 25 Aprile era stato festeggiato dai centri sociali, a Napoli, con un bel poster che raffigurava la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, tutti a testa in giù. Accanto alle immagini, comparivano delle scritte sobrissime… “Pronti! (a rovinare il paese)” accanto alla foto di Meloni., “Dal presidente dei nostalgici” per La Russa. “Dal ministro delle morti in mare” per Piantedosi, “Dal ministro dell’umiliazione e della repressione” per Valditara.
Il 25 Aprile “sobrio” della sinistra italiana…
L’appello a una festa della Liberazione senza eccessi e improntata alla sobrietà, prima messo nero su bianco dal governo poi lanciato ieri dal ministro Musumeci per richiamare la sinistra al rispetto per il lutto nazionale deciso per la morte di Papa Bergoglio, a quanto pare non era proprio una provocazione così, buttata lì dalla destra per irritare la sinistra. Da anni, ormai, il 25 Aprile, nelle piazze italiane, si trasforma in una resa dei conti di sinistra, partigiani e centri sociali contro chi non la pensa come loro. E non solo al governo, ma anche sullo scacchiere internazionale: la cacciata degli “ebrei” dai cortei rossi sta diventando un grande classico della Liberazione “rossa”, ma con l’acuirsi dei conflitti in Medio Oriente la piazza, anche quest’anno, rischia di trasformarsi in un ring.
L’anno scorso, a Milano, oltre 100.000 persone avevano partecipato al corteo nazionale, che aveva attraversato il centro cittadino fino a piazza Duomo. Durante la manifestazione, si erano verificati scontri tra manifestanti pro-Palestina e membri della Brigata Ebraica. Dieci persone erano state denunciate per aggressione e odio razziale, con alcuni anziani della Brigata Ebraica strattonati e insultati. La polizia era intervenuta con cariche per disperdere i manifestanti e ripristinare l’ordine. Anche a Roma, le celebrazioni del 25 aprile erano state segnate da tensioni. A Porta San Paolo, si erano verificati scontri tra manifestanti pro-Palestina e membri della Brigata Ebraica, con lancio di sassi e petardi. La polizia era intervenuta per separare i gruppi e prevenire ulteriori violenze. A Treviso, invece, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio era stato fischiato durante il suo discorso in Piazza dei Signori, quando aveva affermato che dichiararsi antifascisti è una domanda retorica, poiché tutti hanno giurato fedeltà alla Costituzione. A Siena l‘ex Presidente della Camera Laura Boldrini aveva invece criticato la sindaca Nicoletta Fabio per non aver mai pronunciato la parola “antifascista” durante le celebrazioni, accusandola di revisionismo storico.
Sobrietà, certo, facile a dire…
Stesso scenario anche nel 2023, primo 25 Aprile col governo Meloni. Scontri a Torino, con la manifestazione è stata interrotta dall’arrivo di circa un centinaio di attivisti di centri sociali e collettivi studenteschi, che avevano contestato la presenza di bandiere della Nato esposte da esponenti radicali. A Milano, il corteo nazionale aveva visto la partecipazione di circa 80.000 persone, con momenti di tensione ad Azzate, nel Varesotto, dove i partigiani cantando Bella ciao” si erano scontrati con i manifestanti antifascisti. Nel 2022, le tensioni, in piazza, avevano riguardato anche i differenti pareri sulla guerra in Ucraina, mentre l’anno prima i fronti contrapposti riguardavano No Vax e Vax, nel segno del Covid.
Tra due giorni, si torna in piazza, a Papa morto, chissà con quali belle intenzioni…