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Un voce nel Pd smaschera la Schlein: “Meloni da Trump? Un successo suo e dell’Italia”: parola di Marco Minniti

La visita a Washington

Un voce nel Pd smaschera la Schlein: “Meloni da Trump? Un successo suo e dell’Italia”: parola di Marco Minniti

Politica - di Robert Perdicchi - 19 Aprile 2025 alle 09:35

“La visita è stata un successo, sia sul piano politico che personale“. Non esattamente la stessa posizione di Schlein e Boldrini, quella espressa oggi, sulle colonne del “Tempo, da Marco Minniti, esponente del Pd ed ex ministro degli Interni. La sua analisi è scevra da pregiudizi politici e come anche in passato riesce a fornire una chiave di lettura obiettiva sulle potenzialità e i limiti del vertice tra Ue e Usa ottenuto grazie alle richieste pressanti della premier italiana.

Meloni promossa da Minitti: il Pd non ha una sola voce

Minniti elogia il ruolo ritrovato dalla diplomazia. “L’Italia si posiziona come punto di riferimento per il dialogo internazionale in una fase di grandi tensioni”, dice l’attuale Presidente della Fondazione MedOr. “La visita è stata un successo, sia sul piano politico che personale. Il vero risultato è proprio in questo: l’Italia, e con essa il suo Presidente del Consiglio, si sono affermati come un interlocutore speciale per Trump e la sua amministrazione. Un’interlocuzione non confinata al rapporto bilaterale, ma messa a disposizione dell’Europa, come testimonia la comunicazione costante con la Presidente von der Leyen e il fatto che, al rientro in Italia, fosse già previsto un contatto telefonico per valutare insieme i risultati della missione”, dice ancora Minniti al “Tempo“. “Ci siamo impegnati a raggiungere il 2% del Pil nella spesa per la difesa, aumentare le importazioni di gas naturale e a investire direttamente negli Usa. Tre impegni gravosi ma non incompatibili con il nostro interesse nazionale”.

L’alleanza atlantista mai messa in discussione

Minniti elogia il profilo atlantista incarnato fin dall’inizio dal governo Meloni. “Ha saputo presentarsi con un duplice profilo: da un lato atlantista, convinta dell’importanza del rapporto con gli Usa, e dall’altro europeista, consapevole che tale rapporto transatlantico può essere gestito solo se c’è un’Ue coesa. Inizialmente Trump aveva puntato su un’Europa divisa, con ogni Stato membro pronto a negoziare individualmente. Un approccio, quello di Trump, fondato su una sorta di unilateralismo radicale. La Meloni ha beneficiato sia del fatto di condividere con Trump una visione conservatrice, sia di una personale capacità di creare rapporti umani, che giocano un ruolo importante nei rapporti diplomatici. Gli Usa hanno voluto mostrare attenzione all’intera Europa, manifestando il dubbio che una strategia volta a dividere l’Unione potrebbe essere del tutto inefficace. L’Europa, pur tra molte difficoltà, ha dimostrato una capacità di reazione che spesso viene sottovalutata. La vera forza risiede nell’unità. Il rischio è quello che chiamo la ‘Biancaneve e i 27 nani’: con gli Usa nel ruolo di Biancaneve e i Paesi europei, presi singolarmente, troppo piccoli per contare. In questo contesto, la visita della Meloni ha aperto una strada”. E sull’Ucraina? “Sì è colta una differenza tra le due posizioni, ma è significativo che la Meloni abbia ribadito pubblicamente l’impegno dell’Italia a garantire la libertà del popolo ucraino, e affermarlo in un contesto così delicato ha un valore politico significativo. Purtroppo, le possibilità di una tregua appaiono oggi molto lontane”.

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di Robert Perdicchi - 19 Aprile 2025