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Veltroni, fango sulla scuola “dittatoriale” del governo Meloni: l’incredibile comizio da Fabio Fazio (video)

Delirio in vista del 25 aprile

Veltroni, fango sulla scuola “dittatoriale” del governo Meloni: l’incredibile comizio da Fabio Fazio (video)

Secondo l'ex segretario del Pd l'esecutivo mette in discussione la scuola pubblica e tutto ciò che aiuta il pensiero critico. "Le dittature vogliono solo persone che credono, obbediscono e combattono. E questa cosa non riguarda solo il passato". Parole gravi da rispedire al mittente

I Video del Secolo - di Gabriele Alberti - 14 Aprile 2025 alle 14:46

E’ stato veramente un colpo basso l’attacco di Valter Veltroni al governo e alla politica culturale e scolastica del ministro Valditara. Praticamente un vaneggiamento: affermare che l’esecutivo stia affossando la scuola pubblica e impedendo agli studenti un libero approccio di pensiero alla storia è veramente il contrario della verità. L’ex sindaco di Roma ha parlato nele salotto amico di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” sul Nove, invitato pern presentare il suo libro “Iris, la libertà” (Rizzoli), appena uscito in libreria. Ne ha approfittato per pronunciare un sermone fuori dalla realtà, sotto lo sguardo silente del conduttore che sul tema non si è pronunciato. Mancano 5 giorni al 25 aprile e ogni argomento è buono per cannoneggiare contro il governo sui temi fascismo-antifascismo, i cavalli di battaglia di una sinistra non altrimenti costruttiva.

Veltroni sputa veleno sulla scuola dell’era Meloni

Cosa ha detto, dunque, Valter Veltroni? . Ha iniziato proprio da questa data: “Il 25 Aprile è vicino. Essere antifascisti significa essere italiani. Qui nessuno deve dimenticarsi che i nazisti in Italia furono portati dai fascisti. C’era una parte sbagliata – è la sua lezioncina di sotria- , quella che ha tolto la libertà e una partae giusta. Ecco vede Fazio, la protagonista del mio romanzo la prima cosa che vuol fare è quella di studiare”. E qui inziano le dolenti note, quando ha la spericolatezza di paragonare quel passato con il presente, il governo attuale. “Ebbene -ha proseguito-  la differenza tra le dittattaure e le democrazie è tutta qui: le dittature vogliono solo persone che credono, obbediscono e combattono. E questa cosa non riguarda solo il passato – ha detto- ma anche il presente. Basti pensare alla messa in discussione della scuola pubblica, alla messa in discussione di tutto ciò che aiuta, dall’informazione ad altro a sostenere il pensiero critico”.

Veltroni insostenibile da Fabio Fazio

Fabio Fazio zitto, gliel’ha fatta passare, ma la realtà è ben diversa e il comizio-sermone non attacca.  Dove vede l’ex segretario del Pd un’affossamento della scuola pubblica? Risulta il contrario dalle le nuove indicazioni nazionali sui programmi scolastici che entreranno in vigore dal settembre 2025. Dimostrano non solo attenzione ai programmi ma anche alla qualità dei contenuti: più storia, più latino, spazio alla Bibbia, più musica, letteratura, epica, grammatica alla primaria. Dove vede “la dittatura”? Al contrario, il potenziamento delle succitate materie implicano un approccio allo studio ragionato e profondo. “Le democrazie vogliono che la gente studi” discetta Veltroni. E pare proprio che gli attuali indirizzi dati dal ministro siano “democratici”. Perché inculcare l’idea che non sia così e che il pensiewro critico sia in pericolo? Perché veicolare un inquietante parallismo col passato, con la dittatura? Accuse da rispedire al mittente.

Il paragone indecente

Storici e latinisti come Francesco Perfetti, Andrea Giardina, Biagio Conte ed altri approvarono le linee guida del ministro, con l’attenzione alla storia e alle competenze linguistiche. Chiunque voglia  avere nella scuola pubblica un’istruzione di prim’ordine può averla. Proprio come la protagonista di cui scrive Veltroni. Se proprio l’ex sindaco di Roma insiste sulla scuola “dittatoriale” di Valditara, allora gli ricordiamo anche il parere di Ernesto Galli Della Loggia che sul Corriere della Sera del 18 gennaio scorso smontò le fumisterie della sinistra: “In Italia se una qualunque cosa viene  auspicata promossa e organizzata dal ministro di un governo di destra questa cosa non potrà per definizione che apparire agli amici della verità come «nostalgica»; «reazionaria», «passatista», «punitiva»; «conservatrice», «propagandistica».  L’editorialista, così come altri studiosi che si sono espressi, non sono sospettabili di simpatie meloniane. Dispiace che un politico e scrittore per altri versi dialogante e sensibile (bella la storia del fascista Donato Carretta), sia inciampato in un paragone improprio sulal scuola. La protagonista del suo libro ha una storia troppo tragica per essere usata come paragone dell’oggi… Cìè un litite a tutto, anche alle ossessioni da 25 aprile. Pensiero critico

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di Gabriele Alberti - 14 Aprile 2025