
L'anniversario
Vent’anni fa l’elezione di Benedetto XVI. L’autore del ‘Codice Ratzinger’ sentito in Vaticano: “Ecco perché le dimissioni sono nulle”
Il 19 aprile 2005, esattamente vent’anni fa, saliva al soglio pontificio Joseph Ratzinger, con il nome di Benedetto XVI. Al termine di un conclave lampo, il cardinale tedesco si presentò alla folla di piazza San Pietro come “un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore”. Seguì un pontificato di otto anni seguito dalle dimissioni, uno dei gesti più eclatanti della storia della Chiesa.
Lo scorso sabato 12 aprile, il giornalista Andrea Cionci, autore dell’inchiesta “Codice Ratzinger” sulle dimissioni di Benedetto XVI, è stato ascoltato – come testimone – per circa quattro ore dal promotore di giustizia dello Stato della Città del Vaticano. Nel giugno 2024, l’autore, già collaboratore del quotidiano Libero, aveva depositato presso il Tribunale vaticano un’istanza in 100 pagine sulla “Nullità dell’abdicazione di Benedetto XVI”.
L’autore del Codice Ratzinger per quattro ore dal promotore di giustizia vaticano
Nel febbraio 2025, la prima istanza è stata corredata da un’integrazione aggiuntiva con le nuove acquisizioni sulla Declaratio di “dimissioni” di papa Benedetto. In cinque anni di lavoro, producendo oltre 1.200 articoli, 1.600 podcast, 170 conferenze, Cionci ha documentato come a suo avviso papa Ratzinger non avesse mai abdicato, ma come la sua Declaratio, manipolata da ignoti nell’originale latino e nelle traduzioni in lingua straniera per essere offerta pubblicamente come abdicazione, fosse in realtà una “declaratoria di decisio” con cui il Papa annunciava la sua prossima sede impedita e l’usurpazione del Papato da parte di un “manipolo di cardinali” autori di un “misfatto”.
Benedetto XVI. L’eredità dalla vita e dalle opere
A ripercorre la storia del Papa tedesco, a vent’anni dalla sua elezione, è il libro “Benedetto XVI. L’eredità dalla vita e dalle opere” di Elio Guerriero per le edizioni San Paolo. Tante le vicende raccontate nel volume, dall’infanzia in Germania fino agli ultimi anni trascorsi nel monastero Mater Ecclesiae nei Giardini vaticani. Tra l’eredità lasciata da Ratzinger il volume mette in evidenza la lotta agli abusi. Dopo la vicenda di Marcial Maciel Delgado, il fondatore dei legionari di Cristo, Papa Ratzinger “impose ai vescovi di vigilare con maggiore severità, di denunciare i colpevoli alle autorità civili, di espellere i colpevoli dalla Chiesa, di risarcire per quanto possibile le vittime. Da parte sua si assunse l’ingrato compito di incontrare e chiedere perdono a quanti erano stati vittime di crimini tanto orrendi e di piangere con loro per le loro sofferenze”. E a questo proposito Guerriero rivela la testimonianza di una delle vittime, il maltese Joseph Magro, alla fine di uno di questi incontri: “Interrogato su quanto gli aveva detto il Papa, rispose che Benedetto non gli aveva detto nulla, aveva solamente pianto insieme con lui, pur non avendo alcuna colpa per quanto gli era accaduto”.
“Le dimissioni di Benedetto XVI? Decisione coraggiosa, che andrebbe seguita da chi gli è succeduto”
Professore, cardinale e Papa, Josef Ratzinger-Benedetto XVI è stato una figura importante per la Chiesa contemporanea. Il suo amore a Gesù, alla Chiesa, ai credenti e a tutti gli uomini di buona volontà è stata anche all’origine di alcune opere che restano di attualità: “Introduzione al cristianesimo”, “La mia vita”, “Gesù di Nazareth” sono tuttora – sottolinea l’autore della biografia – “un’eredità preziosa così come l’intera vita del papa tedesco”. A partire da questa premessa Elio Guerriero ricostruisce dunque la sua vita proponendo alla fine di ogni capitolo brevi testi scritti dal futuro Pontefice nel periodo di volta in volta narrato. L’autore, storico e teologo, curò l’ultima opera di Benedetto XVI “Che cos’è il cristianesimo” che Ratzinger chiese esplicitamente di pubblicare dopo la sua morte.
Nel gennaio 2021, in una lettera allo stesso Guerriero, il Papa emerito spiegava infatti che non voleva più pubblicare libri a causa della “rabbia” di alcuni circoli, a lui “contrari in Germania”. Infine sulle dimissioni: una decisione, secondo l’autore, “coraggiosa”. E’ “auspicabile che il suo esempio venga seguito dai suoi successori. E’ questo il suo ultimo e forse più importante lascito”.