
Il bazooka è sul tavolo
Via libera dell’Ue ai controdazi del 25% ai prodotti Usa. “Pronti a uno stop se ci sarà un’intesa”
L'Unione Europea ha lanciato la sua prima risposta ai dazi voluti da Donald Trump. Le misure si applicheranno in tre tranche: la prima dal 15 aprile, la seconda dal 16 maggio e una parte residua dal primo dicembre per un totale di 21 miliardi di euro
L’Unione Europea ha lanciato la sua prima risposta ai dazi voluti da Donald Trump. Il comitato Barriere commerciali ha varato nel pomeriggio di mercoledì i primi controdazi, una contromisura, tutto sommato limitata, ai dazi del 25% e del 10% sulle importazioni di alcuni prodotti in acciaio e alluminio negli Usa dall’Ue annunciati da Trump nel febbraio scorso. Gli Stati hanno votato il regolamento attuativo che introduce tariffe al 25%, secondo le regole della cosiddetta Comitologia, la procedura di adozione degli atti della Commissione. Solo l’Ungheria ha votato contro. Le misure si applicheranno in tre tranche: la prima dal 15 aprile, la seconda dal 16 maggio e una parte residua dal primo dicembre. Si tratta di quattro liste di contromisure UE, la prima delle quali sarà in vigore già da oggi.
Ue, controdazi del 25 per cento
I dazi verranno raccolti dal 15 aprile per 3,9 mld di euro stimati di controvalore merci; dal 15 maggio per 13,5 mld e dal primo dicembre per 3,5 mld. Per un totale di circa 21 mld di euro. L’Ungheria ha fatto sapere di avere votato contro, ma il voto di Budapest è ininfluente, dato che per bloccare una proposta in comitato occorre la maggioranza qualificata contraria. Quello di oggi è il primo passo concreto che l’Ue compie in direzione di una risposta fattiva alle misure volute da Trump, mentre le Borse europee tornano a perdere, dopo aver corso parecchio negli ultimi mesi. Le contromisure Ue consistono in dazi compresi tra il 10% e il 25% su una lunga serie di merci: come il succo d’arancia, i mirtilli rossi, il tabacco, alcune motociclette e imbarcazioni; alcuni prodotti in acciaio e alluminio, il cioccolato bianco, il polietilene, la soia e le mandorle, che entreranno in vigore a scaglioni.
I primi prodotti che verranno ‘daziati’, dal 15 aprile, comprendono: riso, cereali, frutta, succhi di frutta, tabacco, sigari, olii, carta; tessuti, abbigliamento, calzature, ceramiche, vetro, materassi; materiali di arredo, natanti per la pesca. Gli ultimi, mandorle e semi di soia, verranno tassati alle frontiere dell’Ue a partire dal primo dicembre: sia per lasciare agli agricoltori europei un po’ di tempo per individuare fornitori alternativi; sia per mandare agli Usa un altro segnale di disponibilità al dialogo. La Commissione ha sottolineato infatti che le contromisure “possono essere sospese in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino una soluzione negoziata equa ed equilibrata”.
Ue, varata la prima risposta ai dazi di Trump
Per l’Ue i dazi statunitensi sono “ingiustificati e dannosi”. L’Unione ha ricordato ancora una volta di avere espresso una “netta preferenza” per la ricerca di soluzioni negoziate con gli Stati Uniti, che siano “equilibrate” e “reciprocamente vantaggiose”. La lista dei beni americani da colpire con i primi controdazi Ue è stata stilata dopo un’estesa consultazione con gli Stati membri e con i portatori d’interesse. Che ha prodotto, tra l’altro, l’esclusione del bourbon. Italia, Francia e Irlanda hanno premuto perché fosse depennato; visto che gli Usa avevano minacciato di rispondere con dazi elevatissimi sui vini e i liquori importati dall’Ue.
Il grande bazooka
Varata la prima risposta ai dazi riattivati da Trump, Per un totale di circa 21 mld di euro. Per un alto funzionario Ue, “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Incluso, come ha confermato martedì il portavoce Ue per il Commercio Olof Gill, il cosidetto “grande bazooka”: fuor di metafora bellica l’Aci (Anti-Coercion Instrument), creato nel 2023 dall’Ue per rispondere alla Cina. Che, insoddisfatta delle posizioni della Lituania su Taiwan, aveva tagliato de facto l’interscambio con la Repubblica baltica. Lo strumento è “sul tavolo”, anche se l’Ue spera di “non doverlo usare”.
Oggi la vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen, finlandese, ha detto che la Commissione sta “lavorando” per preparare misure che colpirebbero le imprese statunitensi attive nei servizi digitali nell’Ue. Quali saranno esattamente queste misure, sarà da vedere, dato che nelle nuove tecnologie l’Ue è largamente dipendente dai colossi Usa; avendo un apparato produttivo più concentrato sulla manifattura ‘tradizionale’.
Vista l’escalation di dazi e controdazi che è partita tra Usa e Cina, è probabile che l’Ue mediti bene i suoi prossimi passi; consultando gli Stati membri e prendendo tempo, nel tentativo di trovare un modo per trattare con Donald Trump. Il quale dal suo insediamento non ha ancora incontrato un presidente dell’Ue, pur avendo ricevuto capi di Stato e premier di Paesi membri, come il francese Emmanuel Macron e l’irlandese Micheàl Martin. Il 17 aprile toccherà al premier Meloni. Probabilmente l’Ue spera che i crolli scatenati a Wall Street dalla ‘guerra dei dazi’ spingano il presidente verso un atteggiamento più transattivo: il Dj è caduto a 37.645 punti ieri, scendendo sotto il livello a cui viaggiava quando Trump ha rivinto le elezioni presidenziali.