Parchi nazionali italiani: la sfida del clima e la scommessa del Pnrr sulla biodiversità
L’Italia è universalmente riconosciuta come uno dei paesi più ricchi di biodiversità in Europa, una peculiarità che si riflette nell’eccezionale valore dei suoi parchi nazionali. Questi luoghi, autentici “hub” naturali, sono fondamentali non solo per la conservazione dell’ambiente, ma anche come eredità ecologica e culturale per le generazioni future. I parchi nazionali italiani hanno registrato un numero di visitatori persino superiore a quello delle celebri città d’arte, rivelando un interesse crescente del pubblico verso queste aree protette, sia come spazi di relax sia come destinazioni di scoperta naturalistica.
Le nuove minacce ambientali e il ruolo del Pnrr
Le sfide per la salvaguardia delle aree protette sono numerose e complesse. Il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, in un’audizione presso la commissione Ambiente della Camera, ha delineato le principali minacce che incombono su queste preziose riserve: il cambiamento climatico, l’incremento della pressione antropica, l’inquinamento, il consumo del suolo e la proliferazione di specie aliene invasive. Questi fattori minano non solo l’integrità degli ecosistemi, ma anche la qualità dei servizi ecologici che i parchi forniscono, come la regolazione del clima e il mantenimento della biodiversità.
In questo scenario, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rappresenta un’opportunità fondamentale per rafforzare la tutela dei parchi. Con un investimento di 100 milioni di euro destinato alla digitalizzazione, il Pnrr mira a implementare un sistema di monitoraggio avanzato degli habitat e delle specie, a migliorare i servizi per i visitatori e a semplificare le procedure amministrative per i residenti nelle aree protette. Queste misure, pensate per modernizzare la gestione delle aree naturali, rappresentano un passo avanti nella conservazione dell’ambiente italiano, consentendo ai parchi di rispondere in modo più efficace alle sfide attuali.
Un’esigenza di risorse umane qualificate per i parchi
Tuttavia, le difficoltà non si limitano alla sola questione finanziaria. Sammuri ha infatti evidenziato come, accanto ai fondi, i parchi abbiano bisogno di personale qualificato per poter utilizzare al meglio le tecnologie di monitoraggio previste dal Pnrr. In assenza di operatori formati, strumenti sofisticati, come droni e collari elettronici, rischiano di restare inutilizzati o sottoutilizzati, privando le riserve naturali di importanti risorse per la tutela della biodiversità. Federparchi chiede quindi una maggiore flessibilità nell’uso dei fondi, per consentire nuove assunzioni e superare l’attuale blocco. L’ampliamento dell’organico consentirebbe ai parchi di massimizzare il potenziale delle tecnologie, garantendo un monitoraggio più efficace e un supporto costante alla gestione dei fondi e delle attrezzature.
Verso una strategia europea: l’obiettivo della biodiversità
A livello europeo, la strategia per la biodiversità pone obiettivi ambiziosi: tutelare il 30% del territorio, sia terrestre che marino, entro il 2030. Per raggiungere questo target, non è sufficiente conservare le aree protette esistenti, ma è necessario estendere il raggio d’azione, aumentando la superficie di territorio destinata a scopi ambientali. Questa sfida richiede sforzi congiunti tra governo, comunità locali e settori privati, affinché la tutela della biodiversità diventi parte integrante delle politiche nazionali. In questo contesto, i parchi italiani hanno un ruolo chiave e possono porsi come modelli di gestione sostenibile, integrando l’interesse pubblico con l’urgenza di una conservazione effettiva.
L’Italia, grazie alle sue riserve naturali, possiede le risorse per contribuire in modo determinante alla tutela della biodiversità europea. Tuttavia, per realizzare pienamente questa visione, sarà fondamentale continuare a investire non solo in mezzi economici, ma anche in risorse umane e innovazione, dando così ai parchi nazionali gli strumenti per affrontare le sfide del presente e del futuro.