
21 marzo
Meloni: «Le mafie sono un nemico dichiarato della nostra democrazia. Le combattiamo ogni giorno»
Il premier iniziò a fare politica il giorno dopo la strage di via D'Amelio. Il messaggio in occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti: «Ci inchiniamo davanti al sacrificio delle vittime». Mattarella: «La mafia può essere vinta»
«L’Italia e le sue Istituzioni si inchinano davanti al sacrificio di chi ha perso la vita per mano della criminalità organizzata: cittadini onesti, servitori dello Stato, persone innocenti cadute sotto i colpi vigliacchi di un giogo vile e spietato». A scriverlo sui propri social è stato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. «Le mafie sono un nemico dichiarato della nostra democrazia, un’offesa – ha sottolineato Meloni – alla dignità della Nazione. Per questo, con assoluta determinazione e fermezza, ribadiamo la nostra condanna ad ogni tipo di mafia e ci impegniamo, ogni giorno, a combatterla».
Meloni: «Le mafie sono un nemico dichiarato della nostra democrazia»
«Onorare il sacrificio delle vittime significa agire per rafforzare la giustizia, garantire sicurezza, difendere la libertà di tutti i cittadini, rifiutare ed estirpare ogni forma di illegalità, violenza e sopraffazione. La loro memoria è, e sempre deve essere, la nostra guida», ha concluso Meloni, che iniziò a fare politica il giorno dopo la strage di via D’Amelio, come ricordato più volte da lei stessa e anche nel discorso di insediamento, indicando dunque la lotta alla mafia come un fondamento del suo impegno e una priorità assoluta del governo. Alla voce del premier, si sono unite quelle dei ministri, che insieme a quelle delle alte cariche e della politica hanno mandato un messaggio di compattezza e fermezza contro la criminalità organizzata e per la legalità.
Mattarella: «La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano»
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio ha ricordato che «il 21 marzo rappresenta un giorno solenne di ricordo e di impegno civile per affermare valori essenziali per la salute della nostra comunità. L’impegno quotidiano per la pratica della legalità, la lotta contro tutte le mafie, contro le consorterie criminali che generano violenza e oppressione, contro zone grigie di complicità che ne favoriscono affari e diffusione, vede operare tutti i cittadini che desiderano vivere in una società coesa e rispettosa dei diritti di tutti». «La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano», ha detto ancora Mattarella.
Il corteo di Trapani e l’iniziativa delle università con i fratelli Borsellino
Numerose le iniziative istituzionali e associative che si svolgono in questa giornata. A Trapani un corteo è stato promosso da Libera e Avviso Pubblico, sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica con il patrocinio della Rai e del Comune di Trapani. Le università di Palermo, di Milano (Statale e Cattolica), Roma Tre e Firenze hanno promosso l’evento congiunto “Le Università contro le mafie, la memoria delle stragi del 92/93 per costruire il futuro”, nelle sedi degli Atenei coinvolti e che, nell’ambito di un articolato programma, hanno visto la partecipazione, in videocollegamento nazionale dall’ateneo di Palermo, di Fiammetta Borsellino, la più giovane dei figli del giudice Paolo, mentre i fratelli Lucia e Manfredi sono intervenuti a Roma e Firenze. A tutti gli studenti sono arrivati poi i messaggi del ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, e della presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo.
«Giornate come quella di oggi sono fondamentali, perché coinvolgono tutti in un impegno comune, e la cosa bella è proprio che siano i giovani il filo conduttore di questo docufilm e di queste giornate, perché il docufilm si avvale della loro collaborazione», ha detto Fiammetta Borsellino, facendo riferimento della presentazione del docufilm Il fuco della memoria di Ambrogio Crespi, all’Università di Palermo.