Arriva il kit del piccolo partigiano per bambini. FdI: “Propaganda da regime coreano”
Ci mancava solo il “Kit del piccolo partigiano” per proseguire con l’indottrinamento dei più piccoli nelle scuole. L’idea è infelice oltre che propagandistica. Accade a Usmate Velate, comune della provincia di Monza e della Brianza. Scoppia la bufera politica. Da una parte il Comune che ha promosso l’iniziativa in occasione delle celebrazioni del 25 aprile; dall’altra i rappresentanti di Fratelli d’Italia e Lega che hanno apertamente contestato la scelta di inculcare un’idea divisiva e bellicosa a bambini dai 7 ai 12 anni.
25 aprile, bufera sul kit del piccolo partigiano
Il Comune guidato da Lisa Mandelli, esponente di una lista civica sostenuta dal centrosinistra ha rilanciato l’idea della compagnia teatrale Piccoli Idilli di ideare un “kit del nuovo partigiano”. Nel sacchetto che si ritira gratuitamente presso la biblioteca, ci sono il testo e lo spartito di Bella Ciao, la bandiera tricolore, una nota descrittiva sul 25 aprile e sulla Resistenza, e un “tesserino dAnteprima (si apre in una nuova scheda)el nuovo partigiano”: sul quale si può incollare la foto del bambino con l’indicazione del suo “nome di battaglia”. Si può scegliere tra i vari Folgore, Tigre, Noce, Luce, Settembre, Valaperta, Jazz, Colt, Mosca etc. Ci manca solo l’arruolamento e la follia è completa.
“Kit del partigiano”, FdI: “Insegnano ai bambini a giocare alla guerra”
La retorica di guerra, la mentalità divisiva, proprio perché destinate ai più piccoli, trovano sulle barricate i consiglieri comunali di opposizione. Vanessa Amati di FdI al Giornale ha dichiarato: “Si tratta di indottrinamento scolastico. La Resistenza viene già insegnata sui libri di scuola. Non c’è alcuna necessità di ricevere in dono un kit per giocare alla guerra contro un nemico che non esiste più”. E ha aggiunto: “Con il kit del nuovo partigiano si entra in una propaganda politica e guerrigliera da regime nordcoreano”.
Lega: “Intento propagandistico sulla pelle dei ragazzi”
Daniele Ripamonti (Lega) contesta la spettacolarizzazione della guerra: “Non se ne sentiva il bisogno – dice al Giornale.it – Tutti gli anni sia maggioranza che opposizione hanno partecipato insieme alle celebrazioni in Piazza del Comune. In questo modo invece la ricorrenza rischia di essere strumentalizzata, per di più di fronte a bambini di 7 anni. Questi argomenti sono già studiati ampiamente sui libri di scuola. Temiamo che dietro quest’idea si nasconda un intento propagandistico. Mi meraviglia, poi, che nella maggioranza siano presenti anche rappresentanti di quella che fu la vecchia Dc, in silenzio di fronte a un’idea da Giunta di monocolore rosso. La Resistenza non fu solo quella della Brigata Garibaldi. Anzi”. A queste accuse, l’assessore alla Cultura Mario Sacchi, risponde – sempre attraverso Il Giornale.it- che invece sì, “non c’è un nemico armato da combattere, ma c’è da tenera alta l’attenzione contro movimenti che si dichiarano apertamente fascisti”.