
Queen Makeda Pub – Roma
Queen Makeda Pub
Via di San Saba, 11 – 00153 Roma
Tel. 06/5759608
Sito Internet: www.queenmakeda.it
Tipologia: pub
Prezzo: formula brunch 19€
Giorno di chiusura: mai
OFFERTA
Calo di voto per questo locale che si sviluppa su 400mq di superficie, divisi in quattro grandi aree con quella centrale occupata prevalentemente dal lungo bancone delle spine e dal kaiten sul quale viaggiano i piccoli dessert da prendere “al volo” a fine brunch. Lo abbiamo provato per il pranzo al buffet proposto nei festivi e, a onore del vero, abbiamo trovato la qualità leggermente in calo. L’offerta è molto ampia e variegata e forse proprio per questo non riesce a garantire la qualità per tutte le pietanze, con alcune preparazioni più convincenti, come le frittate e le torte rustiche, prevalentemente a base di verdure, e altre meno riuscite, come il riso alla cantonese, scotto e insapore, il pad thai un po’ colloso, le uova strapazzate ammassate, il polpettone e l’arista di maiale asciutti e dal sapore anonimo, le patate a spicchi con la buccia leggermente cruda e i latticini dal sapore blando. Meglio è andata con i dessert, tutti serviti in piccoli vasetti di vetro: una gustosa cheesecake, una buona lemon curd con meringa a pezzetti e una rivisitazione del cannolo con la cialda sbriciolata su una crema di ricotta e pistacchi. Compresi nel prezzo succhi di frutta confezionati e caffè americano, mentre per le birre, che si pagano a parte, c’è una vasta scelta.
Calo di voto per questo locale che si sviluppa su 400mq di superficie, divisi in quattro grandi aree con quella centrale occupata prevalentemente dal lungo bancone delle spine e dal kaiten sul quale viaggiano i piccoli dessert da prendere “al volo” a fine brunch. Lo abbiamo provato per il pranzo al buffet proposto nei festivi e, a onore del vero, abbiamo trovato la qualità leggermente in calo. L’offerta è molto ampia e variegata e forse proprio per questo non riesce a garantire la qualità per tutte le pietanze, con alcune preparazioni più convincenti, come le frittate e le torte rustiche, prevalentemente a base di verdure, e altre meno riuscite, come il riso alla cantonese, scotto e insapore, il pad thai un po’ colloso, le uova strapazzate ammassate, il polpettone e l’arista di maiale asciutti e dal sapore anonimo, le patate a spicchi con la buccia leggermente cruda e i latticini dal sapore blando. Meglio è andata con i dessert, tutti serviti in piccoli vasetti di vetro: una gustosa cheesecake, una buona lemon curd con meringa a pezzetti e una rivisitazione del cannolo con la cialda sbriciolata su una crema di ricotta e pistacchi. Compresi nel prezzo succhi di frutta confezionati e caffè americano, mentre per le birre, che si pagano a parte, c’è una vasta scelta.
AMBIENTE
Arredamento postindustriale che alterna legno e metallo, con un lungo bancone presso il quale mangiare e diversi tavoli posizionati nelle varie sale, tra cui una chiamata “bamboo garden”.
SERVIZIO
Cortese e veloce.
Recensione a cura di: Il Saporaio – La Pecora Nera Editore –