Quando il leader dc era amico di Sordi, amava il cinema e detestava i neorealisti
Dal cammeo nazional-popolare nel taxi di Alberto Sordi (Il Tassinaro) all’istituzionalizzazione divistica di Paolo Sorrentino (Il Divo), Giulio Andreotti, notoriamente appassionato del grande come del piccolo schermo, ha sempre guardato con rispetto alla settima arte, a cui riconosceva enormi potenzialità meta-culturali e un ruolo cruciale nella gestione della cosa pubblica. E sin dagli inizi della […]
di Priscilla Del Ninno - 6 Maggio 2013