Addio a “Ginetto”, ultimo reduce di El Alamein
È morto a Fivizzano, all’età di 95 anni, uno degli ultimi superstiti della gloriosa battaglia di El Alamein combattuta nel Nord Africa nell’ottobre-novembre 1942 dai paracadutisti della Folgore contro le preponderanti e meglio equipaggiate truppe inglesi. Guglielmo Mariotti, detto da tutti “Ginetto”, tenente colonnello in congedo, fece parte dei Guastatori della Folgore, utilizzati per quella battaglia come truppa di fanteria nel deserto. Il suo gruppo, il “Ruspoli”, venne completamente annientato dagli inglesi. Lui riuscì a scappare e a nascondersi nel deserto per qualche giorno, ma fu poi trovato dagli inglesi, catturato e fatto prigioniero. Riuscì a tornare in Italia soltanto nel 1946. Mariotti, personaggio eclettico, persona perbene, benvoluta da tutti a destra e a sinistra, ha un primato singolare e storico: fu il primo sindaco del Msi in Italia, essendo stato eletto a Mulazzo, dal 1952 al 1962. Un caso unico per quei tempi, perdipiù in una Lunigiana ancora oggi quasi completamente “rossa”.
Dopo il capitolo politico della sua vita, Mariotti si dedicò alla sua professione di insegnante, svolta fino all’età della pensione nelle aule dell’istituto Pacinotti nella vicina Pontremoli. Si sposò con la fivizzanese Maria Clorinda Ghinoi, detta Marinda, da cui nacque l’unica figlia, Giuliana, oggi noto avvocato. Il sindaco di Mulazzo, Sandro Donati, di tendenza politica opposta, ricorda quando, studente del professionale di Pontremoli, aveva tra gli insegnanti anche quel vulcanico “Ginetto” che, tra l’altro, è stato tra i fondatori del Premio Bancarella, la cui prima edizione avvenne nel 1952 a Mulazzo. La morte di Guglielmo Mariotti, avvenuta nella serata di martedì all’ospedale Sant’Antonio Abate, ha destato grande cordoglio in tutto il Fivizzanese dove “Ginetto” era conosciutissimo. Molti hanno appreso della sua morte leggendo le commosse parole di Ignazio La Russa ieri su twitter: «Onore all’ultimo reduce degli eroi di El Alamein».
I solenni funerali di Guglielmo Mariotti si sono svolti a Fivizzano, alla presenza di tantissime persone: «Era una persona speciale – dice la figlia – ma non per me, per tutti». E deve essere stato proprio così, perché da sindaco si muoveva a proprie spese, sia per andare a Roma dove aveva una rete di conoscenze legate alla guerra, sia per la regione e per i suoi incarichi istituzionali. Una persona da cui oggi i nostri politici dovrebbero prendere esempio. Da primo cittadino fece numerose opere pubbliche, tra cui l’acquedotto tutt’oggi in servizio. E della guerra che ricordo aveva? «Lui ha fatto veramente la guerra – ricorda ancora Giuliana – benché fosse orfano di padre e di madre della Grande Guerra, e quindi avrebbe potuto rifiutarsi di partire, tuttavia scelse di arruolarsi, volontario, e scelse i paracadutisti, per fare le cose sul serio. Lo faceva per la patria, per il suo ideale. Mi disse – ricorda ancora Giuliana – che aveva visto più volte la morte in faccia. Della prigionia, in Egitto, ne riportò indietro una speciale antipatia per gli inglesi… Ma la cosa che ricordava con maggiore amarezza era il fatto che quando tornò, reduce della guerra, al suo paese, era solo e abbandonato, senza un affetto, senza nessuno… Un ritorno amaro. Successivamente si laureò e si decidò alla sua grande passione, l’insegnamento».
Mariotti insegnava lettere ei suoi ex alunni, centinaia, lo ricordavano con affetto e stima anche negli anni successivi al diploma. È bello concludere questo ricordo con il messaggio postato da Fabio Rampelli su Facebook: «La sabbia del deserto lo ha accompagnato in cielo. Onore e gloria eterna a Guglielmo Mariotti, ultimo sopravvissuto della battaglia di El Alamein. L’Italia intera chini la testa e si metta la mano sul cuore».