L’intervista. Frassinetti: “Il Liceo del Made in Italy un flop? Non è vero e chi lo dice non fa l’interesse dei ragazzi”

29 Gen 2024 14:07 - di Sveva Ferri
frassinetti made in italy

A meno di una settimana dall’apertura delle iscrizioni, che andranno avanti fino al 10 febbraio, continua il tam tam della sinistra politica e mediatica contro il liceo del Made in Italy. “È un flop”, è il refrain che viene ripetuto ossessivamente, e che oggi ripropone anche il Domani, nonostante la risposta già arrivata dalle scuole sia stata tutt’altro che marginale: su circa 500 istituti che avevano i requisiti per attivarlo, infatti, 92 da settembre partiranno col nuovo indirizzo. E sarebbero state ancora di più se la Regione Campania non avesse negato l’autorizzazione alle 22 del proprio territorio che ne avevano fatto richiesta. Dunque, nient’affatto un “flop”, ma “risposta molto soddisfacente”, come rivendicato dal ministero. Non solo in termini quantitativi: “Ritengo molto importante il vivo interesse mostrato da alcune regioni e in particolare la risposta arrivata dal Sud. È il segnale di un desiderio di promuovere percorsi educativi innovativi e di stimolare lo sviluppo locale, oltre a combattere la dispersione scolastica”, sottolinea il sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti.

Onorevole Frassinetti, cosa risponde a chi continua a parlare di “flop” del Liceo del Made in Italy?

Che siamo molto soddisfatti della risposta, anche in considerazione del poco tempo a disposizione. E che lo siamo anche per il resto. Lo siamo per il lavoro istruttorio e di collegamento con le scuole e i territori, che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha svolto in raccordo con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e che è stato molto importante; per l’interesse particolarmente forte mostrato da regioni come Lombardia, Lazio e Sicilia e dal Sud in generale; soprattutto per il fatto che allarghiamo l’offerta formativa per i ragazzi, offrendo un’opportunità importante per il loro futuro. Poi c’è anche il fatto che diamo concretezza a una visione strategica: il Liceo del Made in Italy nasce per formare ambasciatori della bellezza italiana nel mondo, una nuova classe dirigente con il compito di promuovere, valorizzare e difendere le nostre eccellenze a livello globale. Chi uscirà dal liceo del Made in Italy non solo avrà la possibilità di sostenere settori vitali per l’economia italiana, ma potrà contribuire alla conservazione e alla diffusione di un patrimonio culturale unico nel suo genere.

Come funzionerà il nuovo indirizzo di studi?

Gli studenti dei primi due anni di studio affronteranno sia discipline umanistiche sia quelle giuridiche, con un particolare accento sulle aree Stem. Le ore di insegnamento varieranno, con 132 ore dedicate alla lingua e letteratura italiana e 99 ore riservate a materie come diritto, lingua straniera, storia, geografia, economia politica, matematica e informatica. In questo modo, gli alunni riceveranno una formazione completa che spazia dalle prospettive storico-geografiche, artistiche e culturali dell’Italia, fino a una solida preparazione in ambiti come economia, diritto e tecnologia, puntando su competenze imprenditoriali e uno stretto rapporto con le filiere produttive.

È vero che il Liceo del Made in Italy mette a rischio il Les, l’opzione economico-sociale del Liceo delle scienze umane, e centinaia di cattedre?

No, il liceo del Made in Italy non sostituirà il Les, che continuerà ad esistere, ma costituirà una nuova articolazione degli indirizzi liceali. E non è vero che si taglieranno cattedre, essendo prevista per legge la salvezza degli organici dei Les. Basta allarmismi, la riforma è un’opportunità per i ragazzi. Mi auguro che chi più o meno consapevolmente sta cercando di boicottarla si ricordi che la priorità sono loro.

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