Blitz contro Casapound. Di Stefano: «L’antisemitismo ci fa vomitare»
L’inchiesta sull’estrema destra di Napoli, che coinvolge il movimento Casapound guidato da Gianluca Iannone, si arricchisce di ulteriori particolari. Dalle intercettazioni telefoniche contenute nell’ordinanza di custodia cautelare emergerebbe a carico degli indagati la progettazione di un attentato incendiario ai danni del negozio di un orefice ebreo e di una violenza sessuale contro una ragazza, anch’essa ebrea. Dalle frasi riportate tuttavia non è possibile comprendere se si tratti solo di battute di pessimo gusto o di una vera e propria macchinazione. L’operazione è scattata nelle province di Napoli, Salerno e Latina. I destinatari delle misure cautelari sono accusati, tra l’altro, di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo, lesioni, aggressione a pubblico ufficiale e riunione non autorizzata in luogo pubblico, progettazione e realizzazione di attentati con lancio di bottiglie incendiarie contro un centro sociale di Napoli, manifestazioni non autorizzate presso la Facoltà di Lettere a Napoli, aggressioni di tipo “squadrista” contro avversari politici e sistematico indottrinamento di giovani militanti all’odio etnico e all’antisemitismo. Il ministro della Giustizia Paola Severino ha commentato la notizia affermando di provare “sdegno e ribrezzo”.
Casapound ha organizzato nel pomeriggio una conferenza stampa sugli arresti. Simone Di Stefano, candidato premier del movimento che ha presentato liste per la Camera e il Senato, ha parlato di un attacco congegnato ad hoc per “screditare il movimento”. Di Stefano ha quindi spiegato che delle cinquanta perquisizioni avvenute solo trenta hanno riguardato Casapound e tutte hanno avuto esito negativo. “I nostri ragazzi hanno raccontato che non trovando nulla i carabinieri hanno provato a sequestrare perfino i libri di storia del liceo”. Dopo cinque anni di intercettazioni gli arresti sono arrivati a ridosso delle elezioni e hanno portato ai domiciliari per la coordinatrice regionale di Cp Emmanuela Florino. Di Stefano ha poi precisato che “Casapound ha sempre avversato il razzismo e l’antisemitismo che – ha aggiunto – ci fanno vomitare come le inchieste ad orologeria e i magistrati in politica”.
Sul blog Fascinazione di Ugo Maria Tassinari viene riportata poi la notizia che metà degli arrestati nel blitz non appartiene più a Casapound ma è vicino al movimento politico Militia. In carcere sono finiti Enrico Tarantino e Giuseppe Savuto. Ai domiciliari Emmanuela Florino, Aniello Fiengo, Giovanni Senatore, Giuseppe Guida e Massimo Marchionne; obbligo di dimora per Raffaele Palladino, Andrea Coppola e Alessandro Mennella.