Grazia a Berlusconi, perché no? Nel ’65 fu concessa a un parlamentare partigiano condannato per strage…
Tutti in attesa di Napolitano, della sua “risposta” alla richiesta di una soluzione politica alla spallata giudiziaria contro Berlusconi. La parola più ricorrente, in queste ore di attesa, è “grazia”, ipotesi in campo da alcune settimane e che ancora oggi viene considerata possibile dal centrodestra, al punto che il senatore del Pdl, Lucio Malan, rispolvera un precedente significativo, quello di un partigiano stragista. «Dare per scontato che Berlusconi debba essere dichiarato decaduto per esempio non mi pare il caso, perchè ci sono questioni aperte, a partire dall’indulto. E sulla grazia ci sono precedenti, come quello del deputato Francesco Moranino, che ebbe la grazia. Quello fu un atto politico a tutti gli effetti, e il reato era molto più grave della evasione fiscale», dice il senatore del Pdl.
Giusto per fare un po’ di storia, nell’estate del 1944 ebbe luogo nel Biellese quella che è conosciuta come la strage della missione Strassera, con l’uccisione di cinque partigiani accusati di essere spie. Moranino, detto il comandante «Gemisto», fu il primo parlamentare della storia della Repubblica a subire l’autorizzazione a procedere e all’arresto per quella strage. Alla fine del processo venne condannato all’ergastolo per omicidio plurimo ma non vide mai le patrie galere: scappò, in Cecoslovacchia, dichiarandosi innocente. Si leggeva nella sentenza: «Perfino la scelta degli esecutori dell’eccidio venne fatta tra i più delinquenti e sanguinari della formazione. Avvenuta la fucilazione, essi si buttarono sulle vittime depredandole di quanto avevano indosso. Nel percorso di ritorno si fermarono a banchettare in un’osteria e per l’impresa compiuta ricevettero in premio del denaro.». Nel 1965, su pressione della sinistra, Moranino fu graziato dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, poi fu candidato ed eletto al Senato col Pci-Psiup. Senza particolari scandali nel Paese.