La medaglia d’oro Gianfranco Paglia ai marò: «Non siete soli e mai lo sarete»

22 Nov 2013 19:39 - di Antonio Pannullo

Alla vigilia della marcia di solidarietà organizzata a Roma dalle famiglie dei due marò ingiustamente trattenuti in India con accuse poco chiare su fatti poco chiari, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, il tenente colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare, ha indirizzato ai due marò trattenuti in India un messaggio di solidarietà: «Sappiate che non dimentico. Spero presto di potervi dire grazie di persona. Ci ho provato in passato, ma non mi è stato consentito. Credo fermamente nel vostro alto senso del dovere e nella vostra capacità professionale. Non siete soli e mai lo sarete». Gianfranco Paglia, come si ricorderà, nel 1993 rimase gravemente ferito a Mogadiscio nel corso di un agguato durante il quale eroicamente salvò i suoi commilitoni. «Non è una marcia su Roma, è semplicemente una marcia per le vie di Roma», hanno sottolineato sottolineato a Taranto, presentando la manifestazione che si svolgerà nella capitale, Paola Moschetti e Vania Ardito, rispettivamente moglie e compagna del capo di prima classe Massimiliano Latorre e del secondo capo Salvatore Girone, i due fucilieri della Brigata San Marco. Le due donne hanno precisato che si tratterà di una «marcia di solidarietà, quindi assolutamente pacifica e ci teniamo a sottolineare apolitica e apartitica». L’avvocato Massimo Saracino, uno dei legali di Latorre, ha fatto presente che «non a caso le famiglie hanno deciso di intitolare la marcia “Tutti insieme per i marò” e non a caso si è scelta come location Roma. Non ci interessano, ad eccezione chiaramente del tricolore, bandiere, stemmi di qualsivoglia connotazione e orientamento politico. Il tema è troppo delicato perché si possa lasciare spazio ad eventuali speculazioni di sorta. Questa è la marcia per i marò». L’obiettivo della marcia, che è solo una delle iniziative in cantiere ad opera dei familiari dei due fucilieri, è esclusivamente quello di richiamare l’attenzione e sensibilizzare tutti i cittadini e le istituzioni affinché si faccia chiarezza sugli sviluppi della vicenda, consentendo finalmente un definitivo rientro in Patria dei nostri marò. Intanto hanno già aderito l’Associazione nazionale bersaglieri, l’associazione nazionale marinai d’Italia, l’associazione nazionale Alpini, l’associazione nazionale paracadutisti, il gruppo nazionale dei Leoni di San Marco, il centro sociale Casapound che però, ha precisato parteciperà senza simboli ma portando solo il tricolore. Così ha concluso il legale: «I due marò – ha affermato Saracino – si sono trovati coinvolti in una simile drammatica vicenda proprio nel momento in cui stavano svolgendo un regolare servizio in quanto militari italiani impegnati a garantire l’incolumità di una nave italiana, la petroliera “Enrica Lexie”. Questa è una vicenda che investe ed ha travolto non solo i due marò e le rispettive famiglie. Si tratta di un problema del Paese Italia».

Intanto, in merito alla manifestazione organizzata dalle famiglie a Roma per sabato prossimo a Roma, il Cocer Marina esprime «vicinanza e solidarietà ed auspica una partecipazione numerosa». Il Cocer Interforze ha poi chiesto un incontro con il commissario del governo Staffan de Mistura, «al fine di avere notizie circa la condizione dei due fucilieri; riteniamo che non si possa più attendere». Inoltre, prosegue l’organismo, «al fine di una tutela giuridica e fisica del personale comandato in analoghe missioni internazionali è stato chiesto anche un incontro con il ministro della Difesa per comprendere se a distanza di due anni siano state prese le necessarie misure, inclusi eventuali trattati con Paesi Terzi, per evitare il ripetersi di tali gravi situazioni al personale. L’impegno per farli tornare al più presto – sottolinea il Cocer Marina – è un dovere morale per noi, ma lo deve essere soprattutto per il governo del Paese. Ricordiamo che i due colleghi, che hanno deciso di rientrare in India lo scorso marzo al termine della licenza, dimostrando alto senso del dovere e responsabilità, hanno salvato l’Italia da un’impasse internazionale che il Governo non era in grado di risolvere. Interpretando anche i sentimenti del personale rappresentato, garantiamo che la nostra attenzione rimarrà sempre alta».

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