Strasburgo, Alessandra Mussolini contro Schulz: «Non mi fa parlare? Andrò in aula con la tromba»
«Dimettiti, rottamati». È furiosa Alessandra Mussolini contro il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz che le ha impedito di intervenire in aula. Il caso è scoppiato nell’ultima seduta di mercoledì quando un eurodeputato olandese di sinistra ha attaccato Silvio Berlusconi. «Noi non abbiamo diritto di parola – spiega l’azzurra – la democrazia a Strasburgo è stata abolita. Possono parlare solo i capidelegazione, i singoli deputati possono chiedere di intervenire solo se programmano un loro intervento e lo chiedono via mail. Un iter burocratico che impedisce, appunto, l’esercizio della democrazia anche perché una persona non può premeditare un mese prima cosa dire in aula. È prevista poi la possibilità di fare una domanda a un capogruppo, ma solo per trenta secondi alzando il cartellino celeste e solo se il capogruppo accetta di rispondere. Altrimenti non se ne fa nulla». Quindi, racconta ancora Mussolini, «dopo che un capodelegazione di sinistra ha attaccato Berlusconi ho alzato il cartellino celeste. I commessi vicini a Schulz hanno visto che per ben tre volte ho chiesto di parlare, ma lui non mi ha voluto dare la parola. A quel punto ho cominciato a urlare perché Schulz si comporta come se fosse il padrone del Parlamento».
L’esponente di Forza Italia spiega che gli eurodeputati azzurri sono sparsi nell’emiciclo perché ci si siede in base all’ordine alfabetico e quindi «con chi capiti capiti». Quindi manca la possibilità a un gruppo di far sentire il proprio dissenso. A questo punto, dice ancora Mussolini, «la prossima volta mi attrezzo, distribuirò a tutti i colleghi di Forza Italia le bandierine tricolori in maniera tale che quando verrà attaccata l’Italia o Forza Italia o Berlusconi verranno sventolate tutte assieme e io suonerò non la vuvuzela che ha un suono meno forte, ma la tromba da stadio vera e propria. Vediamo se questa volta potrò esprimere la mia opinione».