“Daje Marino, vattene”: in piazza contro il sindaco di Roma anche i passeggini con mamma e papà
Daje, Marino, ne hai combinata un’altra. Un’altra delle tue. L’ironia impazza sul web, tra sfottò e battute pungenti. Per il sindaco di Roma – raffigurato per la gaffe sulla droga, come “sindaco peracottaro” da Krancic in una vignetta che sta avendo condivisioni a raffica su Facebook – le giornate nere non finiscono mai. Anche perché non ne azzecca una. Anzi, tra un sorrisetto e una passeggiata in bici, stanga e complica la vita alle famiglie, che già di per sé stentano ad andare avanti. Non bastavano gli aumenti delle strisce blu, dei permessi per entrare nel centro storico (che hanno colpito i lavoratori, non certo i perditempo), i tagli degli autobus, il caos delle case agli immigrati, le proteste per i campi nomadi, il ritorno della prostituzione per le strade e dei vu lavà ai semafori. Ora ci si mettono anche gli aumenti delle tariffe degli asili nido, una mazzata non da poco. Il sindaco s’è beccato quindi un’altra protesta, stavolta particolare: mille “passeggini” hanno invaso la piazza del Campidoglio contestando appunto gli «aumenti delle tariffe degli asili nido e la scomparsa della gratuità per il terzo figlio». Con Hashtag #iostoconipasseggini, tante mamme e tanti papà romani – capitanati da Gianluigi De Palo, ex assessore capitolino alla Famiglia e padre di quattro figli – hanno manifestato contro la stangata «messa in atto da Marino senza che nessuno lo sapesse». «I genitori, dopo aver concluso l’iscrizione per i figli al nido con la certezza di dover pagare una certa cifra – ha spiegato De Paolo, disposto a portare la manifestazione a Palazzo Chigi pur di farsi ascoltare – sono stati avvisati che non esisteva più l’esenzione per il terzo figlio e che avrebbero dovuto pagare di più. Siccome questa è una truffa, noi abbiamo fatto un ricorso al Tar che risponderà il 22 ottobre». «Pensavamo fosse gratis, poi ci hanno chiamato dicendo che dovevamo presentare l’Isee per calcolare una tariffa», ha raccontat0 Lucia, madre di tre figli. «Noi con quei soldi facciamo fare sport e musica ai bambini», aggiunge Silvia.
«I passeggini sono metafora delle difficoltà delle famiglie – ha aggiunto De Palo – e vuoti rappresentano l’immagine di una crisi demografica inarrestabile se il governo non riuscirà a fare un ragionamento più ampio. Vorremmo mandare un messaggio a Renzi: la “fabbrica degli italiani” sta chiudendo. Probabilmente lo scenario che si presenterà nel futuro sarà quello che vediamo qui oggi: dei passeggini vuoti».