Forza Italia spaccata, Rotondi e Santanché “scaricano” Berlusconi
«Mentre io attendo a sentenza della Cassazione voi mi tradite? Sarebbe inaccettabile, una coltellata alla schiena», avrebbe detto Berlusconi ai possibili dissidenti nella riunione di ieri sera. Questo il retroscena raccontato da La Stampa di Torino, in un articolo nel quale si ipotizza il rischio di scissione di Forza Italia per il voto di oggi alla Camera sulle riforme, con la cronaca di una drammatica assemblea del gruppo nella quale Renato Brunetta sarebbe arrivato alle lacrime. Secondo il quotidiano torinese, solo 25-30 deputati azzurri, su 70, voteranno no, una ventina mancheranno all’appello e il gruppo vicino a Verdini dirà sì, con una spaccatura in tre.
Forza Italia, al bivio, la Santanché molla Berlusconi
«Non intendo votare no alla riforma costituzionale. Mi dispiace per il presidente ma questa volta non obbedisco. Non ho ancora deciso se astenermi, votare sì oppure non presentarmi in aula, ma sono sicura che non voterò contro». A dirlo l’esponente di Fi Daniela Santanchè in un’intervista alla Stampa. «È stato Berlusconi a convincere me e tutti noi che il patto del Nazareno era la cosa giusta da fare e che le riforme concordate con Renzi andavano votate senza battere ciglio»’, rileva Santanchè. «Per più di un anno, nonostante le mie tante perplessità, sono andata in giro a dire che queste riforme non erano certo il massimo ma comunque avrebbero consentito di superare il bicameralismo perfetto e di migliorare il nostro sistema istituzionale. Ora che faccio, mi rimangio tutto?». «Una cosa è l’opposizione al governo e l’unità del centrodestra, un’ altra cosa è la riforma della Costituzione. Era questa la linea di Forza Italia», osserva Santanchè. «Ora siamo di fronte a una scelta e io ragiono con la mia testa, non sono un burattino».
In dissenso anche Rotondi: «Ma voglio salvare Silvio»
Sulla riforma costituzionale “prenderò la parola ed esprimerò il mio voto in dissenso dal gruppo, voterò a favore. Ma la mia non è una critica, è un aiuto a Berlusconi. È caduto nella trappola di una provocazione. Si sta facendo sfilare dal piede la palla del gol”, cioè “le riforme. Berlusconi è il bipolarismo in Italia. E la sua missione non può dirsi compiuta se sciupa l’occasione storica di firmare l’ingresso nella terza repubblica”. Così il deputato di Fi Gianfranco Rotondi in un’ intervista a Repubblica. «Non mi sono mai guardato intorno sulle scelte strategiche. Mi sarebbe comodo compiere questo passo da solo. Ma sono consapevole di assumere la responsabilità di provocare riflessioni più vaste», dice Rotondi. «Anche in Fi non può esserci vincolo sulla modifica alla Costituzione». La scelta non è il primo passo verso verso la formazione di nuovi gruppi: «Altri sono stati bravi finora a rompere tutto. Io non rompo, custodisco», assicura Rotondi. «Sono stato un cofondatore del Pdl che poi altri hanno gestito. E si sono visti i risultati: quattro scissioni, la metà dei voti andati in fumo». Il deputato dice no all’alleanza con la Lega. «Il modello deve essere la Campania, dove Caldoro riunisce noi, Alfano e Casini, non certo il Veneto. Seguire Salvini – avverte – vorrebbe dire uscire dal consesso civile».