Basilicata, sì alla mozione anti-gender. Votano anche i consiglieri del Pd
Sì alla mozione trasversale che vieta alle scuole l’indottrinamento gender: la Basilicata è la prima regione d’Italia ad esprimersi su questo tema e con un voto che ha avuto conseguenze polemiche anche a livello nazionale, visto che il documento era appoggiato anche da esponenti del Pd e non solo da consiglieri del centrodestra. Ma cosa dice la mozione approvata? Chiede di impegnarsi affinché nelle scuole di ogni ordine e grado in Basilicata non venga introdotta la “teoria del gender” e che venga rispettato il ruolo della famiglia “nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dei decreti che riconoscono le scelte educative dei genitori”.
Il valore della differenza sessuale nella mozione
Si chiede inoltre che nelle scuole “si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue. In questo modo gli studenti impareranno anche che la madre e il padre, nella famiglia, ancor più che nel mondo del lavoro o in altri contesti, apportano la loro propria ed insostituibile ricchezza specifica”.
Basilicata, sconfessati dal Pd i consiglieri dissidenti
Contro la mozione si è subito mobilitato il mondo delle associazioni Lgbt mentre il segretario regionale lucano del Pd, Antonio Luongo, ha definito “oscurantista” la presa di posizione della Regione e ha invitato i consiglieri del Pd che vi hanno aderito a ritirare la propria adesione.