Processo per vilipendio, Storace rinuncia alla prescrizione
Rinuncia alla prescrizione per protestare contro «un reato di casta». Francesco Storace affronterà dunque il secondo grado del processo per l’accusa di vilipendio al capo dello Stato che gli è già costata una condanna in primo grado a sei mesi. «Non rinuncio a una battaglia confidando sul fattore tempo: la prescrizione riservatela ai delinquenti», ha spiegato sulla sua pagina Facebook il leader de La Destra.
La battaglia di Storace contro «un reato di casta»
I fatti che gli sono contestati risalgono alla fine del 2007, quando denunciando denunciando «l’uso spregiudicato del voto dei senatori a vita per il governo Prodi», definì l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «indegno». «Nel mese di gennaio si dovrebbe svolgere il processo d’appello sul caso Napolitano, dopo la sentenza che mi condannò a sei mesi di reclusione per il famoso vilipendio di casta», ha ricordato Storace nel suo post su Fb, sottolineando che «gennaio 2016 potrebbe essere la tomba del processo con conseguente prescrizione», ma «ho chiesto alla mia difesa di formalizzare la rinuncia alla prescrizione». «Se la Boldrini e i deputati, opposizione compresa, dormono e non cancellano un reato di casta – ha concluso il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio – è giusta la galera se sarà incredibilmente confermata in via definitiva la pena».