Gli Usa spiavano Berlusconi: le prove del “complotto” ci sono tutte

23 Feb 2016 11:11 - di Augusta Cesari

I “cospiratori” c’erano eccome. È una pagina gravissima, è la prova definitiva del complotto contro l’Italia messo in atto sullo scorcio del 2011 che portò alle dimissioni del governo Berlusconi. Le telefonate tra l’allora premier  i suoi collaboratori, ma anche conversazioni dirette con leader politici come Benjamin Netanyahu venivano spiate e monitorate costantemente dallo Special Collection Service (Scs), unità speciale dell’Nsa, l’intelligence Usa che opera sotto copertura diplomatica. E’ quanto emerge dai nuovi file di Wikileaks, pubblicati in Italia da Repubblica ed Espresso, assieme a un team di media internazionali, con stralci dei brogliacci dell’intelligence statunitense.

“L’Italia potrebbe saltare come il tappo di una bottiglia di champagne”

In particolare il quotidiano pubblica il report dell’Nsa di un incontro tenutosi il 22 ottobre 2011 tra l’allora presidente del Consiglio, l’ex presidente francese Sarkozy e la cancelliera Merkel, nel quale Sarkozy avrebbe detto a Berlusconi che “le istituzioni finanziarie italiane potrebbero presto “saltare in aria” come il tappo di una bottiglia di champagne” e che “le parole non bastano più” e che Berlusconi “ora deve prendere delle decisioni”. Le fasi che portarono alle dimissioni di Berlusconi sono state dunque attentamente seguite dall’Nsa. Secondo questi nuovi documenti, sono state intercettate le conversazioni di Berlusconi, del suo consigliere personale Valentino Valentini, del consigliere per la sicurezza nazionale, Bruno Archi, del viceconsigliere diplomatico Marco Carnelos, e del rappresentante permanente dell’Italia alla Nato, Stefano Stefanini. Quanto alla telefonata tra Berlusconi e Netanyahu, nello stralcio del documento dell’Nsa viene riportato che “Berlusconi ha promesso di mettere l’Italia a disposizione di Israele, nell’aiutare a rimettere a posto le relazioni di quest’ultimo con Washington”.

Ora si faccia luce sul “complotto”

All’epoca la sinistra plaudiva gli “insuccessi” dell’Italia e “tifava contro” con istinto autolesionistico, ora qualcuo dovrà avere il coraggio di riconoscere che ci fu un vero assalto alla sovranità dell’Italia e ai lavori di un governo – piaccia o no – eletto per volontà popolare. Qualcuno avrà il coraggio di riconoscere che il complotto ci fu e non solo verso una parte politica ma contro un’intera nazione? Qualcuo dovrà avere il coraggio di riscrivere correttamente quella storia: sono i primi commenti a caldo che arrivano da Fi alla pubblicazioni di documenti che comprovano quanto sempre sostenuto. «Adesso più che mai serve una commissione parlamentare d’inchiesta», chiede Renato Brunetta . «Noi le chiedemmo per i fatti del 2011 e poi l’abbiamo chiesta per la crisi delle banche a fine 2015. Le due si potrebbero unificare visto che sono due facce della stessa medaglia con le mani della finanza internazionale sull’Italia e come i poteri oscuri intendono mettere le mani sul nostro Paese». Incalza Paolo Romani, capogruppo di Fi al Senato: «E’ grave che Nsa si sia presa la libertà di intercettare sul territorio italiano la massimo livello e di questo non ha minimamente informato il governo italiano che, a fronte di alcune nostre interrogazioni, ha sempre detto che si trattava di fatti non veri. Ora mi sembra obbligatorio che l’esecutivo dia una risposta chiara».

Commenti

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  • Pasquino 21 Marzo 2018

    Chiaro che serva una commissione d’inchiesta del Parlamento che non c’è. Esso ha soltanto il dovere di reggere finché sia insediato quello nuovo uscita dalle elezioni del 4 Marzo scorso.