È il rischio autostima a spingere gli uomini a cercare donne su un’app

6 Ago 2016 18:46 - di Redazione

A rischiare è l’autostima. Per il possibile rifiuto. Insomma, andare in cerca dell’anima gemella sullo smartphone, usando applicazioni che offrono un catalogo di partner più o meno papabili, può minare l’autostima, soprattutto negli uomini. La facilità con cui si può provare a stabilire un contatto, e l’altrettanta facilità con cui si viene rifiutati – per entrambi basta un tocco sullo schermo del telefono – espone infatti a un quantitativo di “due di picche” molto più corposo rispetto agli approcci in carne e ossa. E così, nel caso si sia scelta la via virtuale a un appuntamento perché impacciati o in imbarazzo, si rischia di metter via il telefonino ancora più complessati di quando lo si era preso in mano. Ad accendere i riflettori sul mondo delle app di incontri è un’indagine presentata al convegno annuale dell’Associazione americana di psicologia. Un team di esperti ha preso in esame 1.300 studenti, tra cui il 10% è risultato essere un utente della app Tinder. Negli utenti gli psicologi hanno riscontrato problemi di autostima soprattutto tra i maschi e non apprezzamento del proprio aspetto in entrambi i sessi. “Abbiamo scoperto che l’essere attivamente coinvolti con Tinder è associato con insoddisfazione e vergogna per il proprio corpo, interiorizzazione dei canoni di bellezza proposti dalla società, continuo confronto fisico tra sé e gli altri, dipendenza dai media per avere indicazioni su bellezza e fascino”, spiegano i ricercatori. Forte di 50 milioni di utilizzatori dichiarati, Tinder prevede che i profili individuali siano valutati dagli altri utenti: se si fa scorrere il dito verso sinistra sullo schermo dello smartphone, il profilo non è accettabile, mentre verso destra lo è. Quando due persone si ritengono reciprocamente accettabili, possono iniziare a comunicare tra loro. Se è vero che potrebbe essere la tipologia di applicazione ad attrarre persone meno sicure di sé, gli psicologi ritengono che, dato il funzionamento della app, “le persone su Tinder dopo un po’ iniziano a sentirsi spersonalizzate e intercambiabili nelle loro interazioni sociali, e sviluppano una consapevolezza e un senso critico accentuati per il proprio corpo e look”. Tinder mette gli uomini nella posizione che è sempre stata delle donne: quella di essere giudicati dall’aspetto. Studi precedenti, inoltre, dimostrano che gli uomini sono più propensi a “provarci”, e quindi fanno spesso scorrere il dito verso destra, mentre le donne sono più selettive. I ‘no’ ricevuti e l’essere esposti alla valutazione fisica degli altri, concludono gli studiosi, può quindi avere un impatto negativo sull’autostima dei giovani uomini.

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