«Alle urne anche i profughi», a Vittorio Veneto il Pd accarezza l’idea: è scontro
Al voto anche i profughi. In provincia di Treviso, a Vittorio Veneto – come riporta il Giornale.it – vogliono far partecipare i profughi alle elezioni per i sette consigli di quartiere. Nei regolamenti si parla di cittadini residenti nel Comune da almeno cinque anni. Con il documento in mano sono già una sessantina, ospitati tra il Ceis (Centro italiano di solidarietà) e la Caritas. Lo stesso giorno, quindi, del referendum costituzionale potrebbero andare alle urne anche loro.
Decine di profughi già pronti
Come riporta La Tribuna di Treviso, ci sono decine di profughi con il certificato di residenza che hanno già manifestato la loro volontà di esercitare il diritto al voto. Diritto, però, che viene garantito dalla Costituzione ai soli cittadini. Se questo da un lato è stato accolto dalla maggioranza comunale formata dal Partito democratico e da liste civiche, dall’altro ha fatto tuonare il Carroccio. E il segretario nazionale Liga Veneta, nonché ex sindaco di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, preannuncia proteste clamorose. Secondo l’ex sindaco i profughi peseranno sul bilancio dei Servizi sociali del Comune. I sette delegati dei consigli di quartiere, lavoreranno gratis e senza spesa alcuna per l’amministrazione. Ma Da Re non si arrende e accusa l’amministrazione di volersi garantire il voto. Addirittura come riporta La Tribuna di Treviso l’ex sindaco parla di «pulizia etnica» per «sostituire parte della cittadinanza con gli stranieri». «In ogni caso – ironizza avremo modo di conoscere quanti profughi sono stati regolarizzati dalla sinistra e di quanti dovremmo farci carico».