«In metro non si fuma»: pestato a sangue da due belve, è in fin di vita
Si limita a ricordare che «in metro non si fuma»: e giù con calci in testa, pugni, percosse di ogni tipo accomunate da una violenza inaudit. Un pestaggio brutale compiuto da due energumeni che si sono avventati contro un 37enne romano “reo” – ai loro occhi – di averli semplicemente richiamati al divieto di fumo in metropolitana. Tutto è accaduto nel primo pomeriggio di domenica (18 settembre ndr), alla stazione Bologna della Linea B. I due aggressori sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio in concorso: perché di un pestaggio che puntava a uccidere, si tratterebbe, a giudicare dalle condizioni in cui è stato ridotto la vittima, ricoverato in prognosi riservata al policlinico Umberto I di Roma dove versa in condizioni gravissime.
«In metro non si fuma»: pestato a sangue
Secondo quanto emerso in base alle testimonianze di altri passeggeri in attesa del convoglio e alla ricostruzione degli eventi fatta dalla polizia, l’uomo – che era in compagnia della madre 60enne, aggredita a sua volta anche se in maniera meno violenta – si era appena limitato a dire ai due aggressori, un 25enne e un 27enne originari di Caserta, di non fumare sulla banchina. Incredibile la reazione dei due che, al richiamo verbale, hanno risposto con calci e pugni sferrati con una furia senza precedenti, fino a provocare al giovane un’emorragia cerebrale. Lasciato inerme sul terreno in una pozza di sangue, il 37enne, soccorso dal 118 e dagli agenti del commissariato Porta Pia, è stato trasportato in ospedale in codice rosso: e in pronto soccorso gli sono stati riscontrati trauma cranico, frattura alla scatola cranica ed emorragia cerebrale che, al momento, impediscono di sciogliere la prognosi che resta riservata. La madre del giovane romano, invece, è stata giudicata guaribile in 8 giorni.
Gli aggressori accusati di tentato omicidio in concorso
E mentre il giovane vittima della furia omicida veniva soccorso, scattava anche la caccia ai due aggressori, fuggiti di corsa all’arrivo delle volanti in stazione. Una fuga terminata con l’arresto dei due – da quanto si apprende in queste ore dal sito di Roma Today, risultati due pregiudicati – eseguito dagli agenti di polizia dei comissariati San Lorenzo e Viminale, i quali hanno dovuto arginare la furia ancora non sopita di uno dei due che, ribellandosi al fermo, avrebbe anche danneggiato un’auto di servizio. Accompagnati in carcere, l’accusa che grava sulle loro teste è quella di «tentato omicidio in concorso».