Sgomberato dopo 30 anni il campo rom di Barletta: casette ai nomadi. E i terremotati?
Ci sono voluti 30 anni, tre lunghi, estenuanti decenni, per vedere finalmente sgomberato un campo Rom di Barletta e smistati altrove i suoi residui abitanti, che nel tempo si erano ridotti giusto a due nuclei familiari. Persino rom e sinti che prima popolavano baracche, roulotte e alloggi di fortuna, insomma, avevano nel tempo deciso di trasferirsi altrove: come al solito, insomma, ancora una volta la macchina burocratica ha dimostrato di avere ingranaggi arrugginiti e mastodontiche zavorre che di certo non hanno favorito tempismo, decisionismo e spirito d’iniziativa…
Sgomberato campo rom di Barletta
Ma tant’è, alla fine si è arrivati all’agognato sgombero: e così sono in corso da questa mattina le operazioni di smantellamento del campo Rom di Barletta e del trasferimento in un terreno in via Vecchia Andria, dove è allestito un campo con tre moduli abitativi prefabbricati. Si tratta di un bene confiscato alla criminalità e affidato dallo Stato al Comune di Barletta nel maggio del 2015, destinato ad accogliere famiglie Rom e Sinti, regolarmente iscritte alla anagrafe comunale. Sono soltanto due, di fatto, i nuclei familiari che ancora vivevano nel campo alla periferia della città, in fondo a via Barberini, attualmente zona di espansione edilizia e di interventi urbanistici. In tutto si tratta di sette persone, e tra loro non ci sarebbero minori. Le condizioni di utilizzo del nuovo campo, da rispettare anche per il rinnovo annuale della autorizzazione, sono la raccolta differenziata e il pagamento di un euro al giorno per container, acqua ed energia elettrica.
Ci sono voluti oltre 30 anni…
Una sanatoria che arriva tardiva: per oltre 30 anni, infatti, generazioni di nomadi hanno vissuto e bivaccato in baracche di fortuna, di legno e lamiere, prendendo l’acqua da una fontana pubblica e ricorrendo a stratagemmi di fortuna per altro. Nel tempo, molti degli apbitanti del campo appena sgomberato hanno lasciato il presidio rom e la città per diversi motivi, così dei 20 nuclei familiari originari oggi ne restano due, quelli che, di fatto, sono diventati oramai stanziali a Barletta. Quelli che, più fortunati dei nostri terremotati di Amtrice piuttosto che di Macerata, tutt’oggi nelle tendopoli, potranno godersi il lusso di prefabbricati a moduli abitativi a loro destinati…