Manovra, Bruxelles ci chiede più tasse e spiana la strada al voto in autunno

22 Mag 2017 13:36 - di Marzio Dalla Casta

Nè bocciati né promossi, ma rimandati alla manovra d’autunno. Si può sintetizzare così il giorno della “pagella” dell’Europa ai bilanci dei Paesi membri con l’Italia nello scomodo e purtroppo consueto ruolo di osservata speciale. La Commissione di Bruxelles infatti non ha inteso dare cifre nella “raccomandazione” sugli obiettivi di bilancio che il governo dovrebbe fissare e raggiungere per il 2018: lo farà, ha chiarito in conferenza stampa il responsabile agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici – solo più avanti, quando cioè disporrà di ulteriori dati e delle previsioni economiche d’autunno. Quel che è certo è che Moscovici non è apparso per nulla irretito dal clima politico in Italia e sulla prospettiva di voto a breve. Tutt’altro: «Pacta sunt servanda – ha latineggiato – anche sotto elezioni». 

Moscovici: per il 2018 l’Italia faccia uno «sforzo sostanzioso»

«Rivaluteremo – ha spiegato – la conformità dell’Italia alla regola del debito sulla base delle nostre previsioni d’autunno, che incorporeranno nuove informazioni sull’esecuzione del bilancio 2017 e anche sul progetto di bilancio per il 2018». In poche parole, l’Italia è chiamata a produrre «uno sforzo sostanzioso» per il 2018. Quanto a quello relativo all’anno in corso, la Commissione ha considerato sufficiente la manovrina di aggiustamento per il rientro dal deficit in eccesso, causato dalle mance a pioggia inutilmente elargite dal governo Renzi per vincere il referendum del 4 dicembre scorso. Il resto si può riassumere nella solita solfa: l’Europa ci accomuna a Cipro e Portogallo nella sofferenza di «squilibri macroeconomici eccessivi» correggibili con le riforme strutturali. Solo se non vi si metterà mano, la Commissione potrà eventualmente passare a procedure più incalzanti.

Bruxelles: reintrodurre l’Imu sulla prima casa

Al momento, a proposito di Italia, Portogallo e Cipro, Bruxelles si è limitata a rilevare che gli impegni sulle riforme descritti nel Programma nazionale di riforma (Pnr) sono «sufficientemente ambiziosi, ma l’assenza di dettagli sull’adozione e di un calendario dell’attuazione limita la loro credibilità». Nel dettaglio, le voci dello «sforzo sostanzioso» si possono così sintetizzare: reintroduzione della tassa sulla prima casa per i redditi elevati, riforma del catasto, riduzione dei tempi della giustizia civile e completamento della riforma del pubblico impiego.

 

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