Fukushima, robot scopre combustibile nucleare fuso sott’acqua nel reattore 3
Sono le immagini, catturate da un robot subacqueo, a riportare l’attenzione del mondo sulla centrale nucleare giapponese di Fukushima distrutta dallo tsnunami e dal terremoto del 2011, mostrando, per la prima volta, ingenti depositi di combustibile nucleare fuso nel reattore 3.
Dopo tre giorni di ispezioni, il robottino subacqueo filoguidato da un team di 4 operatori e chiamato “piccolo Sunfish” – 30 centimetri di lunghezza per 2 chilogrammi di peso, spinto da 4 eliche è dotato di due telecamere e un densimetro sviluppato da Toshiba e dall’Irid, l’Istituto Internazionale di Ricerca per il Decommisioning Nucleare – ha trovato grandi quantità di detriti solidificati simili a lava e strati di materiale di spessore di 1 m sul fondo all’interno di una struttura principale chiamata “piedistallo” e situata sotto il nucleo all’interno del vaso di contenimento primario di Fukushima del reattore 3.
L’inquietante scoperta è stata svelata dalla Tepco, la Tokyo Electric Power Co che gestisce l’impianto, e secondo la quale è molto probabile che questi ammassi solidificati siano una miscela di metalli fusi e di combustibile nucleare.
Le strutture tutt’intorno sono state pesantemente danneggiate, sostiene il portavoce di Tepco, Takahiro Kimoto, proprio dal combustibile fuso e dal calore sprigionato.
La missione con il robottino subacqueo filoguidato all’interno della parte sommersa della Centrale di Fukushima è stata sviluppata proprio per studiare i danni e trovare il combustibile che gli esperti ritenevano si fosse sciolto precipitando, poi, fino alla base della camera di contenimento primaria, dove è stata tutto sommerso dalle acque altamente radioattive fino a 6 metri di profondità.
I funzionari giapponesi vogliono determinare i metodi preliminari per rimuovere il combustibile nucleare fusodalla Centrale e iniziare poi a lavorare nel 2021.
Gli scienziati, dal canto loro, hanno necessità di conoscere la posizione esatta del carburante e capire i danni strutturali subìti in ognuno dei tre reattori di Fukushima distrutti per elaborare i modi più sicuri e più efficienti per arrivare a rimuovere il carburante.