Migranti, la Bonino inchioda Renzi: fu il suo governo a siglare un patto scellerato con l’Ue
Immigrazione selvaggia e incontenibile? È tutta colpa del governo Renzi e di un patto scellerato che l’esecutivo strinse con l’Europa che ora, coerentemente, ci snobba. Ci isola. Ci lascia soli ad affrontare una invasione sistematica e incontrollabile. E a dirlo è l’ex ministro degli esteri del governo Letta: Emma Bonino.
Migranti, la rivelazione choc di Emma Bonino
Una bomba sganciata quasi in sordina, alcuni giorni fa in un’intervista rilasciata dalla ex titolare della Farnesina al Giornale di Brescia e che oggi non riesce a smettere di deflagrare potentemente. Tanto che, nel giorno degli incontri di Tallin, la sconcertante rivelazione getta ombre fosche sul tema migratorio e sul ruolo svolto dall’Italia nella gestione dei flussi, azzerando sul nascere le speranze di una soluzione fattiva. «Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino», rivela con sconcertante fermezza la Bonino, confemrando una volta per tutte dubbi e sospetti sui buonisti sostenitori dell’accolgienza coatta e a oltranza. E quindi, ne consegue, che il tanto deprecato e deprecabile abbandono del Belpaese inferto senza pietà e senza troppe perifrasi diplomatiche dall’Europa, sulla questione immigrazione, secondo l’ex ministro degli Esteri del governo Letta Emma Bonino, è responsabilità assoluta e inequivocabile dell’Italia stessa. «Nel 2014-2016», chiarisce ulteriormente l’esponente radicale – e dunque durante il governo Renzi – «che il coordinatore fosse a Roma, alla Guardia Costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia, lo abbiamo chiesto noi, l’accordo l’abbiamo fatto noi». Più chiaro di così…
Le colpe? Di Renzi e di un suo patto scellerato con l’Ue
E dando nome e cognome a quanto riferito dalla Bonino sulle colpe dell’esecutivo di centrosinistra capitanato da Renzi, significa affermare che, in nome di accordi scellerati di cui non si sono valutate le nefaste conseguenze oggi sotto gli occhi di tutti, l’operazione europea Triton, partita nel 2014 dopo la fine di quella nostrana di Mare Nostrum, doveva far sì che le navi dei Paesi europei che pattugliano il Mediterraneo portassero i migranti eventualmente soccorsi in Italia: dramma regolarmente verificatosi con uan quotidianità ormai senza fine, anche se Triton non era stata pensata come missione di salvataggio, bensì come operazione di controllo delle frontiere. Tanto è vero che sempre la ex titolare del dicastero degli esteri aggiunge: «All’inizio non ci siamo resi conto che era un problema strutturale e non di una sola estate. E ci siamo fatti male da soli. Un po’ ci siamo legati i piedi e un po’ francamente abbiamo sottovalutato la situazione». Tanto che oggi, conclude amaramente Emma Bonino i cui stralci della fatidica intervista sono state ampiamente ripresi e rilanciati dai media in queste ore, «disfare questo accordo adesso è piuttosto complicato». Il che, tradotto e aggiornato al vertice di Tallin significa che per la Bonino le possibilità di riparare al disastro per l’Italia sono praticamente pari a zero.