L’Autorità di bacino alla Raggi: “Roma ad altissimo rischio idrogeologico”

21 Set 2017 20:16 - di Redazione

“Stato di rischio idraulico nell’area metropolitana di Roma per oltre 250.000 cittadini”. È l’allarme lanciato dal segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, Erasmo D’Angelis, in una lettera inviata alla sindaca di Roma e della Città Metropolitana Virginia Raggi. Nella missiva D’Angelis denuncia “assenza o carenza di manutenzione per circa 700 km di fossi e canali delle rive del Tevere e dell’Aniene” e sottolinea la “necessità di aggiornamento del Piano di Protezione Civile con l’inserimento delle nuove aree a rischio idrogeologico perimetrate dall’Autorità”. “A seguito dei recenti allagamenti in alcune aree della Capitale e dopo un’accurata verifica delle condizioni del reticolo idraulico nel territorio dell’area metropolitana”, quel che emerge è “un gravissimo e pericoloso stato di rischio idraulico”, sottolinea D’Angelis. “All’effetto urbanizzazione con l’occupazione di spazi di esondazione naturale dei corsi d’acqua, si sono aggiunte criticità dovute allo stato di grave degrado e mancata o carenza di manutenzione del reticolo idrografico minore dell’ambito metropolitano – sottolinea – Siamo a livelli inaccettabili e molto preoccupanti all’inizio della stagione autunnale”. La lettera è stata invita per conoscenza, tra gli altri, anche al capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Gelletti, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e al prefetto di Roma, Paola Basilone. “A tal proposito – prosegue la lettera – risulta inspiegabile il mancato impegno del Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano la cui importante attività operativa di manutenzione si ferma all’esterno del Raccordo anulare”. D’Angelis sottolinea quindi che “risulta evidente l’urgenza di avviare un programma di manutenzione dei corsi d’acqua e del reticolo secondario per garantire la loro massima capacità di deflusso sia in superficie che nelle reti fognarie. Ed è necessario, ai fini della prevenzione del rischio alluvioni, l’aggiornamento del Piano di Protezione civile che comprenda anche tutte le nuove aree a rischio idrogeologico perimetrate nei recenti aggiornamenti del Pai (Piano di assetto idrogeologico”. Nella stessa missiva viene allegata una mappa in cui “sono tracciate le zone con fossi e canali dove intervenire per scongiurare l’eventualità di allagamenti di seminterrati e locali al pianterreno, di sottopassaggi, infrastrutture e aree archeologiche e monumentali in coincidenza di zone di deflusso delle acque meteoriche. Il Distretto – conclude D’Angelis – è a completa disposizione per facilitare questa che consideriamo tra le più importanti opere pubbliche a tutela dei cittadini e dei beni pubblici, privati e storici esposti”.

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