Vogliono togliere “dopo Cristo” dai libri per “rispetto” agli scolari musulmani

3 Ott 2017 13:25 - di Ezio Miles

L’ultima insulsaggine del “politicamente corretto” arriva dalla Gran Bretagna, precisamente dalle contee del Sussex e dell’Essex. Dai libri di storia verranno abolite “avanti Cristo” e “dopo Cristo” per non offendere gli scolari musulmani. Al loro posto compare la dizione “avanti l’era comune ed era comune”.  Roba da non crederci, ma è proprio così. L’iniziativa -leggiamo su Tempi – è stata scoperta da un’ inchiesta del Mail on Sunday. L’ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey parla di «grande vergogna» afferma di non aver «mai incontrato un singolo leader musulmano o ebraico offeso dal calendario gregoriano». 

Il punto non è se qualcuno possa  offendersi o meno. Il punto è che fa semplicemente rabbrividire l’idea che, nel cuore dell’Occidente, qualcuno, tra le autorità preposte all’educazione dei ragazzi, abbia concepito un’aberrazione simile, un vero e proprio “autogenocidio”  culturale, dal momento che si  arriva a negare il modo stesso in cui, da secoli e secoli,  la nostra civiltà scandisce la storia. 

Sul Corriere della Sera Pierluigi Battista parla «provocazione decisamente ridicola» dettata dal «politicamente corretto». Oltre che ridicola,  l’iniziativa è anche pericolosa. Pericolosa perché tale da far crescere le nuove generazioni senza uno dei fondamenti minimi della propria identità, quale appunto il modo di identificare il tempo storico. Ma pericolosa anche per le reazioni a catena che si potrebbero produrre nel caso in cui una simile pazzia dovesse estendersi in Gran Bretagna e nel resto d’Europa. A quel punto, per gli islamisti si spalancherebbero autostrade per estendere la loro influenza nelle nostre società. E la rabbia di chi vuole difendere la nostra civiltà e i nostri valori potrebbe, di conseguenza,  diventare incontenibile. E tutto questo perché? Perché un gruppo di fanatici del “politicamente corretto” vuole portare fino alle estreme conseguenze l’odio, malato e morboso, che nutre per la propria civiltà. 

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