L’ultima follia della Fedeli: sarà abolito il tema di italiano agli esami
Niente tema di italiano, letterario, scritto, con traccia e sviluppo. L’ultima “rivoluzione”, ma potremmo definirla anche sciocchezza, del ministero della Pubblica Istruzione retto da Valeria Fedeli, il ministro “senza laurea”, riguarda sia gli esami di terza media che la Maturità. Il tema d’italiano potrebbe essere sostituito a breve da una sintesi ragionata degli elementi essenziali di un testo, o da una narrazione costruita a partire da elementi forniti dal docente o dall’argomentazione di una o più tesi, magari fra loro contrapposte. Secondo un articolo della Stampa di Torino, il gruppo di lavoro del ministero sarebbe già arrivato alla proposta per mandare in archivio il tema letterario d’italiano, un classico per decenni di generazioni di studenti.
“Il ministero dell’Istruzione ha presentato le nuove linee guida per la prova di italiano nell’esame di terza media; presto seguiranno indicazioni simili per la maturità. Le linee guida, che sono il frutto del lavoro di una commissione guidata da uno dei nostri migliori esperti, Luca Serianni, infrangono uno degli ultimi tabù della nostra scuola: il tema letterario, da sempre principale cimento per tutti gli studenti”, scrive il quotidiano torinese.
Finora non si era mai osato tanto, anche se alla Maturità, già adesso, al classico tema sono stati affiancati testi sintetici o commenti. La linea nuova del ministero è che sia meglio imparare a sintetizzare che esporre, in maniera logica e conseguenziale, l’esposizione di un testo personale. E’ la logica dei social, più faccine, meno parole, pensieri e libertà di espressione…
Stiamo parlando di rendere interessante generazioni di giovani ebeti, gente che si ritrova ad andare in università senza saper minimamente parlare correttamente,figuriamoci scrivere tesi e ricerche. Indignazione massima è profonda perplessità. Gli esami di stato son sempre serviti a preparare le persone ad affrontare le varie situazioni e l’ansia soprattutto, gestendo il proprio pensiero e sapere. Ora non si vuole più che le persone ragionino. A scuola mi ritrovo studenti che mi chiedono cosa vuol dire approvvigionamento e dobbiamo pure semplificare le prove?! Complimenti!
E’ una persona con la testa………ma vuota!!
Attenzione, non è così: al posto di un tema, ce ne sono 4 e richiedono un’attenzione diversa e specifica.
TESTO NARRATIVO
In mezzo alla notizia
Rispetto alla complessità del genere narrativo e alla sua varietà, è importante che l’azione didattica persegua costantemente l’acquisizione delle competenze di lettura e di scrittura, e accompagni con gradualità le alunne e gli alunni, fin dal primo anno del ciclo, si legge sul documento presentato lo scorso 16 gennaio. La lettura iniziale di brevi racconti dovrebbe essere accompagnata da una serie di esercizi che attestino la corretta comprensione del testo: divisione in macro sequenze e sintesi.
Le tracce d’esame – che possono essere presentate attraverso un breve testo di carattere letterario (che serva da spunto), una frase chiave, un’immagine – dovranno contenere indicazioni precise relative alla situazione (contesto), all’argomento (tematica), allo scopo (l’effetto che si intende suscitare), al destinatario (il lettore a cui ci si rivolge). Tali indicazioni non dovranno essere percepite come una limitazione della libertà ideativa quanto piuttosto come strumenti che, insieme alla correttezza linguistica, aiutino ad indirizzare la creatività delle alunne e degli alunni verso una migliore e più efficace forma espressiva.
TESTO DESCRITTIVO
Il testo descrittivo ha lo scopo di fornire al lettore la visione di una persona, di un oggetto, di un ambiente, di una situazione, di fenomeni reali o immaginari. La descrizione può avere carattere oggettivo oppure soggettivo: si può descrivere un personaggio o un luogo per come appare, senza considerazioni di carattere personale; in alternativa l’oggetto può essere invece filtrato attraverso il punto di vista e il sentimento dell’autore.
È importante che le alunne e gli alunni si esercitino in questa forma complessa di scrittura poiché la descrizione permette di sviluppare l’osservazione, la memoria, l’immaginazione, educa alla ricerca e all’uso di un lessico preciso, aderente a ciò che si vuole rappresentare, offre la possibilità di coinvolgere più ambiti disciplinari (si può descrivere un quadro, un fenomeno fisico, una pianta).
Come ricordato in precedenza per il testo narrativo, nella traccia è bene esplicitare situazione, argomento, scopo, destinatario, tenendo presente che la funzione orienta il carattere della descrizione: oggettiva per la funzione informativa, soggettiva per la funzione espressiva, oggettiva o soggettiva per la funzione persuasiva. Uno stesso argomento può essere quindi declinato in modi diversi. Gli spunti possono essere tratti dalle esperienze di vita degli alunni (la scuola, la famiglia, gli amici, la città, un viaggio ecc.), o anche dalla visione di un’immagine (un dipinto, una foto, un paesaggio reale o immaginario ecc.).
È importante che la traccia sia chiara nelle sue richieste e che lasci spazio ad una certa libertà di scelta per permettere alle alunne e agli alunni di esprimere la propria creatività.
TESTO ARGOMENTATIVO
Nella comune opinione il testo argomentativo è quel testo nel quale viene posta una tesi – sostenuta da più argomenti, favorevoli o contrari – che si sviluppa con ragionamenti stringenti. Affronta solitamente complessi temi di carattere scientifico-matematico.
La sua struttura è rigida e vincolata; il lessico rigoroso, specialistico e di non facile accessibilità. Eppure, se si pensa che l’argomentare è, come il narrare, atto linguistico primario, si deve riconoscere che tale atto è legato ai bisogni elementari di ogni studente. Argomenta in forme semplici il bambino che esprime motivatamente una sua opzione; argomenta in forme più articolate, ma pur sempre elementari, lo studente che cerca di giustificare le proprie scelte. Per tali ragioni lo studente dovrebbe essere educato, con attenta gradualità, a motivare in forme sempre più complesse le proprie prese di posizione.
Lo studente potrà sviluppare un testo argomentativo nel quale, dati un tema in forma di questione o un brano contenente una tematica specifica, esporrà una tesi e la sosterrà con argomenti noti o frutto di convinzioni personali. Il testo dovrà essere costruito secondo elementari procedure tipiche del testo argomentativo, eventualmente con l’esposizione di argomenti a favore o contro. Il lessico dovrà essere appropriato, e lo sviluppo rigoroso e coerente. Nella traccia dovranno essere richiamate caratteristiche e procedimenti propri dell’argomentare.
L’argomentazione scritta può assumere forme diverse, fra cui:
dialogo tra due interlocutori con opinioni diverse che si confrontano su un tema ben definito;
sviluppo di una tesi data rispetto alla quale si chiede di contro-argomentare;
redazione del verbale di una discussione che deve portare a una decisione;
riscrittura di un breve testo argomentativo conseguente alla assunzione di un punto di vista diverso rispetto a quello dato nel testo di partenza.
COMPRENSIONE E SINTESI DI UN TESTO LETTERARIO, DIVULGATIVO, SCIENTIFICO, ANCHE ATTRAVERSO RICHIESTE DI RIFORMULAZIONE
L’attività di riscrittura di un testo può assumere forme diverse quali ad esempio:
la riscrittura parafrastica per allargamento, in particolare di un testo poetico;
la riscrittura riassuntiva, per riduzione;
la riscrittura plurima per sintesi sempre più stringenti;
la riscrittura con selezione delle informazioni.
La riscrittura è un’attività fortemente educativa per l’impegno che richiede e per i vincoli che impone, ed è propedeutica all’affinamento delle tante scritture che lo studente dovrà affrontare nel corso degli studi e, in prospettiva, nella vita professionale.
Lo studente, dato un testo letterario – una poesia o un breve testo narrativo – dovrebbe dimostrare, attraverso una corretta riscrittura, di averne colto il senso globale.
Dovrebbe inoltre essere in grado di sviluppare una breve analisi riferita alle scelte lessicali, all’uso della sintassi, alle tecniche usate dall’autore per coinvolgere il lettore.
Nel caso di un testo poetico, dovrebbe individuare alcune tra le più note e frequenti figure retoriche.
Nel caso di un testo di divulgazione scientifica o di manualistica scolastica o di cronaca o commento giornalistici, lo studente dovrà farne un breve riassunto dopo averne valutato e selezionato le informazioni. Molto opportuna può essere la richiesta di scandire il testo in macro sequenze, assegnando un titolo a ciascuna di esse.
Questo è quanto si faceva già in modo sistematico al biennio della scuola secondaria…e si sarebbe dovuto fare alla scuola media ove, forse per darsi. lustro, i docenti preferivano far leggere ai poveri adolescenti Il gattopardo, I Promessi Sposi…e tanti altri classici …
La seria riforma fu quella di Luigi Berlinguer che, vedendo quanto scrivevano i docenti nelle programmazioni e nelle relazioni finali scrivevano ( testo narrativo, testo descrittivo, commento, recensione, analisi testuale, articolo di giornale, saggio breve)
… la sua riforma per la prima prova destò scalpore solo perché non c’era rispondenza tra quanto gli insegnanti scrivevano e quanto effettivamente facevano in classe)…
Evviva l’eredità del ‘ 68 e il 6 di gruppo…e la ministra sindacalista ignorante….
A che servono gli esami di maturità, visto che per andare all’università bisogna superare i test di ammissione?
Siamo alla frutta! Povera Italia, stanno eliminando tutto ciò che ci caratterizza.
concordo, voglio fare prove che si inseriranno nei pc con punteggi..si vuole arrivare a quello
Dunque: capisco detestare la fedeli. Ma la proposta è di Luca Serianni. Tutte queste persone che intervengono con l’aria di saperne più di Umberto Eco… sanno chi è Serianni?
E già! Da un ministro ” dell’Istruzione” che non sa i congiuntivi e non sa parlare italiano in modo corretto….cosa ci si può aspettare? La prossima volta cercherà di abolire la scuola!
Ve la prendete con una signora che ha scritto “apposto” anziché “a posto” quando la stessa aveva premesso “siamo ignoranti”. Invece di indignarvi con il ministro donna per i suoi strafalcioni nell’uso dell’italiano…
A prescindere che sono corretti entrambi i modi di scrivere: apposto e a posto: a posto è una locuzione preposizionale,
apposta (aggettivo, avverbio)
di proposito, intenzionalmente, deliberatamente proprio per un fine…
Ecco ciò che riporta il sito ufficiale dell’Accademia della Crusca: si può scrivere sia “farlo apposta” sia “a posta”, pur essendo molto più diffusa la prima forma, quella univerbata. “Farlo apposta”, dunque, è nato dopo “farlo a posta”, dall’unione della preposizione semplice “a” alla parola “posta”.
“NON FA L’ABITO IL MONACO”, si dice
MA NON A QUESTA QUI – TAL DIR – S’ADDICE!
“Tema,
svolgimento…”
Ma chi è che tiene tanto al nocumento
di quel che è buono e è bello in questo Stato,
in questa società, e con ardimento
si lancia “lancia in resta” da esaltato
a ricercare in modo certosino
di giorno in giorno cosa profanare…?
cosa…condannare a morte – perfino –
e…questa novità ne è esemplare!…?…
“Col Tema…basta! Ché ci ha rotto il c***!”
Ma…se lo tengon rotto, non è il Tema…!
Piuttosto è nel cervello reso pazzo
che debbono cercar – se c’è – il …teorema.
Più scema di così la mente umana
nessun se l’aspettava…È da sgomento!
almeno per la gente ancora “sana”.
E qual’ è il “pro”… di tanto scernimento?
Superfluo è domandar…Ma c’è il sentore
pensando pure ad altre…novità…
che è il “libero pensare” che non va…
E lo combatterà il…neo dittatore:
la standardizzazione del pensiero
il suo appiattimento col virtuale…
Reazion ci vuol se ancor di te sei fiero,
se tu col Tema ancor sei solidale!
Armando Bettozzi
18 gennaio 2018
Una sola considerazione: la classe dirigente, i medici che ogni giorno affrontano non poche difficoltà, gli avvocati, gli impiegati pubblici e privati e tutta la gente che lavora in qualsiasi campo sono il buon risultato del lavoro di quei docenti che prima di loro avevano fatto il tema di Italiano a conclusione di ogni ciclo di scuola…… peccato però che con la Fedeli ed i politici in genere hanno fallito…..
Per me è la soluzione “più migliore .”
Questa mula zoppa è la più migliore di ogni. Roba da Cottolengo.
Ma aboliamo proprio la scuola! I nostri padri vedevano nella scuola il futuro per i figli, saper leggere e scrivere. Oggi a quanto pare i politici vedono nell’istruzione un pericolo!
Ovvio, da tempo stanno lavorando per rendere il popolo sempre più ignorante e quindi più facilmente manovrabile. Che squallore e che pericolo………Sono molto contenta di essere anziana perché non vivrò abbastanza a lungo per vedere lo sfacelo totale di questa nostra povera Italia.
Io sarei per l’abolizione del ministro!
L’aver nominato ministro un tale obbrobrio di ignorante squalifica la Ditta Mozzarella & Gentilon associati !i
da una che ha fatto solo le elementari , infatti poi ha fatto i tre anni di una scuola per lavativi pagata dalle regioni , cosa ci si può aspettare ? e ci meravigliamo dei verbi ?
meno male che a marzo non vedremo questa specie di IT sui banchi del governo….maledetta
Presto si arriverà a sintetizzare il testo in inglese, prima lingua. Il processo del pensiero viene annullato e sopratutto la nostra identità fondata sui testi letterari. Basterebbe un bignami inglese. Seconda lingua ormai il francese, facoltativo l’italiano, magari a pagamento. Servi dei servi dei servi.
Beh… Se tutti scrivono come Alessandra, che ci sia o no il compito di italiano non fa differenza…
Vedo che alcuni preferiscono legnare Alessandra per un italiano non proprio ortodosso, magari dovuto anche al T9 e alla fretta, piuttosto che giudicare l’operato del ministro. Ciò mi porta a pensare che siano d’accordo con lei. Questa scuola è l’ignoranza mascherata da scolarizzazione, ignoranza che fa comodo solo al potere.
Caro Vito,
un dubbio mi assale: la scelta dell’uso dell’indicativo in un periodo ipotetico è dettata dal fatto di ritenere la sua affermazione una possibilità reale ma non una certezza oppure è dovuta a quella ignoranza generale della lingua italiana e delle sue regole ortografiche e grammaticali?
Brava
Però, facciamo mente locale, aboliamo la scuola, a che cosa serve? A nulla, a spendere denaro inutilmente e ad avere una branco di rozzi giovani ignoranti e una caterva di insegnati in attesa della pensione e del 27 del mese. No, tutti a zappare la terra e coltivare il grano per avere il pane, a governare le vacche e bestiame vario per avere quella dose di proteine che necessitano e a pulire l’orto dalle erbacce. Scuola di vita a 360° e alla sera, tutti stanchi diritti a letto dopo una parca cena, chi sgarra bastonate sui denti!
Proporrei l’abolizione della suddetta mi Istria e della dilei commissione. Follia
Una ministra ignorante messa lì col preciso compito di distruggere definitivamente la scuola!
Ben detto Silvana!
Si potrebbe a questo punto eliminare la ministra
Andrebbe bene per i 5stelle, accanto a Di Maio: che bella famiglia Addams!
I ragazzi bravi sono promessi gli asini promossi con la raccomandazione. Quindi la ministra pensa bene …tutti promossi e gli esami a cosa servono?ministra elimini anche gli esami
Ignorante oltre ogni immaginazione!
Purtroppo una vergogna per noi bergamaschi…”nsè a post”
Ignorante e vigliacca oltre ogni misura!!
Si già apparteniamo ad una massa di ignoranti, che non sanno ne parlare ne scrivere. Togliamo pure il tema di italiano, e stiamo apposto. Per carità.
Ha ragione Alessandra, siamo veramente “apposto”. Lei quale voto ha o aveva, in italiano?
Infatti si scrive a posto. Apposto è un’altra cosa.
*né
*a posto
Magari “stiamo a posto”, non “apposto”.
sì (con l’accento), virgola, tra ignoranti e che non ci va la virgola, né non ne, a posto, non apposto. ah, la d eufonica andrebbe utilizzata soltanto davanti a parole che cominciano con la stessa vocale, quindi a una massa e non ad una massa.
Si potrebbe proporre alla ministra di abolire completamente l’esame di maturità. D’altronde non se ne vede l’utilità. È sufficiente essere sindacalisti o steward per diventare ministri
Ben detto Silvana! Contano gli sponsor !
Brava
Ha pienamente ragione, inoltre il tema di italiano presenta enormi problemi per gli extracomunitari che non lo sanno nemmeno parlare, figuriamoci scriverlo….!!! La Ministra si è ricordata delle sue difficoltà quando ha fatto l’esame di idoneità alle scuole elementari. Da lì in avanti non ha più scritto perché il sindacato è solo urlato negli altoparlanti davanti alle fabbriche e nei cortei.
Comporta la non necessità di conoscere la letteratura italiana: chi non legge , classici o moderni, non può imparare a scrivere , specie usando la consecutio temporum . Il ra. La capacità ragionativa si evolve proprio da tale studio abbinato all’analisi logica. Il massimo sarebbe saper interpretare, analizzare un testo e quindi esporlo in modo sintetico . Tale mio scritto è stato fatto di getto senza correzioni, a memoria dopo aver letto una sola volta il Vs testo. Sono un commerciante ma laureato in giurisprudenza ( penalistica) e non posso che essere assolutamente contrario,
l tema di italiano era diventato,senza se o ma, u esercizio di copia esu argomenti ripetitivi! . I Lo sostituirei con un confronto critico e di inquadramento dell’argomentoi el personaggio trasportandolo ai nostri tempi! sarebbe interessante!
A questo punto eliminiamo gli esami !!!!
Se vero penso che ci sia un disegno preciso per affossare la scuola italiana. Ma non per colpa del ministro, ma di chi lavora al ministero. Sicuramente sarebbero tutti da cacciare per incapacità.
Questa è proprio una bella difesa della nostra lingua e della nostra Patria!!
Togliamo i congiuntivi, eliminiamo le lezioni di italiano e gli “esami” ed avremo “asini liberi” nel grande “prato” del nostro pianetino. Inizialmente , questo cambiamento darà maggiore libertà ai nostri nipotini italiani ed anche ai “nipotini” che arrivano già “fatti” o da fare con organi riproduttivi almeno in parte importati! E per facilitare la crescita di tutti , cominciamo fin dalla loro nascita a “speakare” inglese, in modo da fornire a tutti i nipotini una buona “giustificazione” per sbagliare sia in italiano che in inglese! Niente da aggiungere ! Se, poi, incontriamo un Mosco-vici che si sforzerà di dire delle cose in italiano , noi potremo orgogliosamente dire che la nostra lingua è un nuovo “inglese a caso” (meglio se con de “z” ) , ma con il suono dei nostri antenati. Che di lingue “moderne” capivano poco! Stupidi antenati , che utilizzavano “tanti congiuntivi inutili” ! Ed un nostro eventuale interlocutore inglese, orgoglioso di aver appreso una parola di italiano , risponderebbe : “CAZZAROLA ! ” . Ma i nipotini non capirebbero , ritenendola inglese. E, per farsi belli, ripeterebbero : “Ketsirouls” ?