Giorno del Ricordo, il fumetto su Norma Cossetto sarà presentato alla Camera
Una graphic novel per raccontare la tragedia delle foibe. È il contributo della casa editrice Ferrogallico alla conoscenza di questa pagina di storia italiana a lungo misconosciuta, in occasione del Giorno del Ricordo. Il fumetto si intitola Foiba Rossa. Norma Cossetto, storia di un’italiana e racconta, attraverso il martirio di questa ragazza di 23 anni, «le indescrivibili violenze anti-italiane in Istria, che culminarono in due fiammate tremende fatte di deportazioni, uccisioni sommarie, sevizie, annegamenti, infoibamenti e che costarono la vita ad oltre 10mila italiani». Norma fu torturata, violentata, infoibata dai partigiani comunisti di Tito durante la prima di queste due fiammate, nel settembre del 1943. La seconda fu nel 1945.
La presentazione alla Camera
In vista del Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio, la graphic novel sarà presentata in anteprima martedì 6, alle 17.30, alla Sala Regina della Camera dei Deputati, in un incontro al quale, al fianco dell’autore Emanuele Merlino, vicepresidente del Comitato 10 Febbraio, e dell’editore Federico Goglio, moderati dal giornalista Gian Micalessin, parteciperanno i rappresentanti delle principali associazioni di esuli istriani e fiumani. Interverranno inoltre Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Andrea De Priamo, vicepresidente dell’assemblea capitolina e consigliere comunale di Fratelli d’Italia, il cui gruppo parlamentare ha reso possibile la presentazione della storia di Norma Cossetto nella sede altamente istituzionale di Montecitorio. Una scelta simbolica che, dopo decenni in cui era stata dimenticata (ma forse sarebbe meglio dire cancellata), restituisce a questa «storia di un’italiana» un posto nella storia nazionale.
La storia di Norma è la «storia di una italiana»
Lo stesso progetto editoriale di Foiba Rossa (72 pagine in grande formato, 29 x 23 cm) nasce con la volontà di portare questa storia al grande pubblico e non più solo a quella “nicchia” che non ha mai voluto dimenticare il massacro degli italiani dell’Est. I disegni sono realizzati da Beniamino Delvecchio, che è stato un illustratore storico di Diabolik; la distribuzione sarà capillare, attraverso le edicole, dove il fumetto sarà distribuito per un mese a partire dal 7 febbraio, e prestigiosa, grazie alla collaborazione con la Mondadori, che lo venderà nelle proprie librerie a partire dal 10 febbraio. «Forse ci volevano proprio dei disegni, un fumetto – spiega una nota dell’editore – per raccontare questa storia senza paura, senza la paura di chiamare con il loro nome gli aguzzini di Norma, gli invasori dell’Istria, gli autori di disumane, quanto ingiustificate, violenze comuniste sulla popolazione italiana. La storia è lì. È una storia di frontiera, una storia di confine, è una storia che parla italiano».
Sconcertanti sono sia l’evento che il fumetto, ma lo è soprattutto la facilità e la superficialità con cui si cerca di manipolare, semplificare e (come in questo caso) riscrivere la travagliata storia istriana. Il fumetto offre una visione completamente distorta e unilaterale di ciò che accadde nel periodo della disfatta del regime fascista nelle terre istriane. Le falsità presenti all’interno dell’opera sono clamorose e a dir poco imbarazzanti. Si allude ad un vero e proprio genocidio della popolazione italiana (teoria smentita da qualsiasi ricerca approfondita) e il periodo che precedette il ’43 viene descritto come prospero e giusto (non si accenna alle atrocità commesse dal regime fascista nei confronti delle popolazioni slave ormai da secoli presenti in quelle terre) omettendo pratiche al tempo comuni che fecero del fascismo uno dei regimi più sanguinari di sempre. Inoltre, contrariamente a quanto detto nel fumetto, nessun ordine che prevedesse lo sterminio degli italiani non comunisti fu mai pronunciato dai vertici dell’armata jugoslava. Tant’è vero che la comunità italiana è rimasta operativa sino ai giorni nostri, con tanto di scuole in lingua italiana. Il libro è un maldestro tentativo di controbilanciare le tragedie che segnarono il ventennio fascista. Vergogna. P.s. le parti del libro scritte in croato sono colme di errori, ulteriore esempio dell’incompetenza dell’autore
Conosco la storia di questa martire e condivido con goia questa iniziativa. Preciso però che i partigiani titini non erano soli, mi risulta che con loro ad assisterli vi erano anche partigiani italiani(ovviamente comunisti).