Mosca ha le prove: i famigerati “white helmets” dietro gli attacchi chimici
Per chi non lo sapesse, i white helmets siriani sono i famigerati “volontari” che si trovano sempre dopo tutti i bombardamenti pronti a salvare bambini e a farsi fotografare mentre lo fanno. Chi li fotografa, poi, non si sa, perché si tratta sempre di zone controllate dai terroristi islamici dell’Isis, zone dove un giornalista occidentale verrebbe sgozzato in men che non si dica. Ma gli eroici elmetti bianchi sono sempore lì, a farsi fotografare e a afare comunicati contro il legittimo presidente Assad. E i giornali occidentali, colpevolmente, si bevono tutta la loro falsa informazione e la riversano in Europa e in America, senza verificare le fonti. Altro che fake news… E ci sarebbero proprio i Caschi bianchi, organizzazione di “volontari” vicini ai terroristi pagati dall’estero, dietro l’attacco chimico del 7 aprile scorso a Douma, attribuito dall’Occidente al governo siriano. L’accusa pesantissima arriva dal generale russo Viktor Poznikhir, numero due del dipartimento operativo dello Stato maggiore di Mosca, che, nel corso di una conferenza stampa, ha denunciato: “I caschi bianchi hanno ancora una volta messo in scena davanti alle telecamere un attacco chimico contro i civili nella città di Douma”. “Il 7 aprile è stato compiuto probabilmente l’ultimo tentativo di inscenare un attacco con armi chimiche nella Ghouta orientale – ha denunciato l’alto ufficiale dello Stato maggiore russo – I famigerati Caschi bianchi, che operano come parte dei gruppi terroristici, hanno inscenato e filmato un attacco con armi chimiche contro i civili a Douma”. E ancora, secondo le accuse del generale Poznikhir, “nel corso dell’operazione umanitaria, unità armate illegali che combattono nella Ghouta orientale hanno tentato incessantemente di organizzare provocazioni, parlando del presunto uso di sostanze tossiche in modo da dare la colpa dell’utilizzo di armi chimiche alle forze governative siriane”.
Esperto tedesco: una messainscena l’attacco a Douma
Un esperto tedesco dell’università di Magonza ha espresso oggi dubbi sulla responsabilità del presidente siriano Bashar al Assad nel presunto attacco chimico a Douma. Secondo Guenter Meyer, direttore del Centro di ricerca sul mondo arabo dell’ateneo di Magonza (Ceraw), i dati raccolti non sono sufficienti per arrivare a questa conclusione. “E comunque – ha dichiarato in un’intervista all’emittente tedesca hr-info – un attacco di questo tipo non ha alcun senso dal punto di vista del governo siriano”. Quando si è verificato il presunto attacco, ha rimarcato lo studioso, gli ultimi terroristi islamisti si stavano ritirando dal loro bastione della Ghouta orientale. Meyer ha poi messo in dubbio l’attendibilità dell’organizzazione dei Caschi bianchi che ha denunciato l’attacco, parlando di possibili “messe in scena” e aggiungendo che il suo scopo è provocare un intervento degli Stati Uniti. Già a metà marzo, Meyer aveva definito il gruppo come “uno strumento di propaganda” dei governi occidentali, sottolineando come riceva finanziamenti milionari da Washington e Londra”. “Il presidente degli Stati uniti Donald Trump vuole presentarsi come un uomo forte e, soprattutto, dimostrare appoggio a Israele, combattere i nemici di Israele, fra i quali figura la Siria”, ha affermato Meyer.
Non lo avrei mai creduto possibile…ma mi tocca pensare che l’unico vero capo di stato con la mente freddamente logica è Putin….tutto il resto è fuffa
Chi sarebbe questo “esperto” dell’Università di Magonza, dove la gente fa la gara a chi è più s*****??
Guarda un po tu……sempre la stessa bimba…..proprio sfortunata
Mondo occidentale….USA…..non vi sembra il caso di toglierVi i prosciutti dagli occhi
con questi governanti saremo destinati a soccombere agli islamici
SE quanto riportato nell’arrticolo corrisponde al vero, trampe è il più grande pezzo di mexda di tutti i tempi e i governanti francesi, inglesi tedeschi e nostrani che lo assecondano non sono da meno . Il sottoscritto non ci tiene per nessun motivo a rischiare l’osso del collo per questi cialtroni.