Open Arms: Josefa vuole denunciare l’Italia. Il Viminale: usata a fini politici
L’Ong spagnola Open Arms alza il tiro contro Roma sulla questione immigrati. E cerca lo scontro diretto con il governo italiano annunciando di essere pronta a denunciare, all’autorità giudiziaria ordinaria spagnola per omissione di soccorso, il nostro Paese e, in particolare, la Guardia Costiera italiana, quella libica e quella di Malta, per i rispettivi profili di responsabilità che dovessero emergere nella gestione del recupero della camerunense Josefa – ora ricoverata in ospedale a Palma di Maiorca – e dei corpi di un bambino e di una ragazza, morti affogati in Mediterraneo.
Secondo il quotidiano, Diario de Mallorca, la stessa Josefa, l’immigrata camerunense recuperata a 80 miglia dalle coste libiche dalla nave della Ong “Proactiva Open Arms”, attraccata oggi a Palma di Maiorca, intenderebbe denunciare la Libia e l’Italia per la vicenda che l’ha vista protagonista, l’affondamento del suo barcone di cui addosserebbe la responsabilità alle autorità libiche e l’inattività e il rifiuto italiano di far sbarcare i cadaveri raccolti in mare nel porto di Catania che, peraltro, era stato lo stesso governo italiano ad aver offerto come approdo sicuro, rifiutato, però, da Open Arms.
«Non meritano risposta le Ong che insinuano, scappano, minacciano denunce ma non svelano con trasparenza finanziatori e attività – replicano, per ora informalmente, fonti del Viminale dopo la contestazione di Proactiva Open Arms che intende denunciare l’Italia – La denuncia di Josefa? Qualcuno strumentalizza una vittima per fini politici”,.
«Noi – avvertono dal ministero dell’Interno italiano passando direttamente al contrattacco – denunceremo chi, con bugie e falsità, mette in dubbio l’immensa opera di salvataggio e accoglienza svolta dall’Italia. Se la Ong spagnola – ricordano le fonti – ha preferito rifiutare l’approdo in Italia per scappare altrove, è un problema suo. I porti siciliani erano aperti anche per accogliere i cadaveri a bordo, e per questo alla Ong era stata esclusa l’opzione Lampedusa: l’isola è infatti sprovvista di celle frigorifere per i corpi».
Così l’imbarcazione della Ong spagnola, dopo aver rifiutato l’offerta italiana di attraccare al porto di Catania, ha deciso di far rotta su Palma di Maiorca dove è arrivata dopo quattro giorni di navigazione. E, sempre secondo il Diario de Mallorca, uno dei principali quotidiani dell’isola, subito dopo l’attracco, il fondatore della Ong spagnola Proactiva, Oscar Camps, ha presentato al Tribunale locale una denuncia per omissione di soccorso contro il comandante della nave libica che avrebbe volontariamente affondato un barcone di immigrati mentre a bordo c’erano ancora due donne e un bambino. Tutti i membri dell’equipaggio della Open Arms, tra cui il giocatore dell’Nba, Marc Gasol, avrebbero firmato l’atto.
Nel frattempo Josefa è stata trasferita in un centro medico a Palma dove si sta riprendendo da «uno stato di shock», secondo Camps, mentre i due cadaveri trovati nello stesso luogo in mare, un bambino tra i 3 e i 6 anni, e una donna tra i 20 e i 30 anni, sono stati trasferiti all’Istituto di medicina legale anatomica.
«Speriamo che d’ora in poi sarà aperta un’indagine e il caso arriverà al Tribunale nazionale, dobbiamo sapere esattamente cosa è successo», si è augurato Camps in un’udienza al Centre Flassaders di Palma. La denuncia dell’equipaggio è stata estesa alla Guardia costiera libica e, a seconda di come procede l’indagine, anche a quella di Italia e Malta perché, secondo Camps, potrebbero aver commesso un reato di omissione di soccorso.
Nel corso della conferenza stampa, Camps ha anche accusato l’Italia e l’Unione europea, nel suo insieme, di permettere alla Libia, «un paese senza Stato», di assumere le attività di salvataggio a proprie spese con scarse risorse e nonostante i sospetti della connivenza delle sue guardie costiere con i trafficanti.
Ricordando che il naufragio segnalato si è verificato a 80 miglia al largo della costa della Libia e a 90 dall’isola di Lampedusa, il fondatore della Ong Proactiva ha quindi criticato il rifiuto di Italia e Malta di sbarcare i cadaveri e la donna sopravvissuta e ha sostenuto che vi è una “campagna diffamatoria” condotta dai media e dalle autorità italiane.
«Siamo etichettati come gruppo criminale, di trafficanti», ha detto Camps sostenendo che L’Italia «ci accusa di mentire, diffamare e insultare» per aver denunciato l’abbandono degli immigrati nel Mediterraneo, che ha lo scopo di eliminare i loro reclami su ciò che accade.
«Siamo gli unici testimoni», ha tuonato Camps sostenendo che nessun’altra Ong è attiva in questo momento nell’area, dove torneranno di nuovo una volta completata a Palma la missione 47.
A Camps e a Open Arms non replica solo il Viminale ma anche il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «Open Arms, una delle tante Ong che agevola gli scafisti nel Mediterraneo, ha denunciato la Libia e l’Italia per omicidio colposo. Ora il governo italiano dimostri che la musica è cambiata, denunci subito la Open Arms per tutti i gravissimi reati di cui è responsabile: dalla tratta di esseri umani a causata strage. Se anche lucrare sui disperati grazie ai finanziamenti di Soros non sarà considerato reato, il disgusto della gente perbene rimarrà comunque».
Avvisare i naviganti di calare le scialuppe, rifornirli di acqua e viveri per ritorno in libia, quindi silurare le navi negriere , cosl capiranno! Per venire in Italia ci sono ambasciate e consolati, non si viola il domicilio di 60 milioni di italiani.
Non è la Giuseppa, è Open a cui vanno aperte le… braccia ! Platealmente in modo che annessi e connessi abbiano il giusto stop ! Occorre però cominciare dall’interno di casa nostra che fa da fiancheggiatore a tutte queste porcate contro il paese! Non è la ‘Costiera che deve rispondere ad O.A. ma la magistratura italiana che va INVESTITA della denuncia opportuna a delineare il meglio della magistratura !
Meno migranti, meno viaggi; meno viaggi, meno piccioli; le ong iniziano a sentire la crisi?!?!