Marine Le Pen: con Salvini e i sovranisti costruiremo la nuova Europa
Europa, è deciso: Lega e Rn insieme alle prossime europee per scardinare questa Ue: Marine Le Pen con Matteo Salvini e i sovranisti per il cambiamento alle elezioni europee del maggio prossimo e per invertire il corso della storia. In una lunga intervista all’agenzia Adnkronos, la leader della destra francese spiega qual è la strategia sua e dei suoi alleati in vista del voto, dove Rassemblement national e Lega potrebbero presentare candidati comuni sotto il simbolo del Fronte della libertà. “Noi abbiamo l’obiettivo comune e l’ambizione di ribaltare il tradizionale rapporto di forze al Parlamento europeo – dice – Da troppo tempo, la destra e la sinistra europee, entrambe convertite alla religione del federalismo, si sono accordate per gestire le cose. E’ un accordo tacito che si ritrova spulciando i voti: destra e sinistra votano insieme la quasi maggioranza dei testi presentati al Parlamento”. Ma, “oggi, abbiamo la possibilità di invertire il corso della storia – sostiene la Le Pen -. Indubbiamente il vento soffia nelle vele dei difensori della nazione, elezione dopo elezione i sovranisti si rafforzano”. Per la leader dell’estrema destra francese, “è dunque finito il tempo in cui i portavoce delle nazioni erano confinati ai margini della politica nelle istituzioni europee. A maggio del 2019 suonerà l’ora del risveglio dei popoli e noi abbiamo, con i nostri amici della Lega ed i nostri alleati europei, un’opportunità formidabile di incarnare il cambiamento: noi lavoriamo con Salvini alla costruzione di questo polo maggioritario che rimescolerà le carte dell’organizzazione politica europea”.
L’Europa deve dire no al Global compact
“Un atto di tradimento”. Così poi Marine Le Pen definisce il Global compact per le migrazioni, su cui il governo italiano ha fatto marcia indietro, chiedendo un voto del Parlamento prima di decidere se aderire o meno. La Francia dovrebbe fare lo stesso? “E’ evidente e ho chiesto a Emmanuel Macron di non firmare questo atto di tradimento – dice nell’intervista -. Firmare qualcosa che rientra in un diktat imposto dalle più fanatiche èlite pro migranti equivarrebbe a legarsi le mani, a rinunciare al diritto inalienabile di decidere chi è autorizzato a entrare e risiedere nel nostro territorio”. Questo patto, accusa la leader di Rassemblement national, “relega le nazioni a volgari spazi geografici, consacra il diritto di emigrare senza restrizioni, criminalizza il dovere di opporsi, impone ai Paesi dei modelli multiculturali che, si sa, senza dubbio portano i germi della divisione, delle tensioni e dei conflitti”. Non solo: tutto questo è conseguenza anche del “fallimento evidente dell’Unione Europea e della sua scommessa democratica e pacificatrice che si fonda sulla creazione di una politica europea di vicinato destinata a far convergere delle società senza passato democratico verso gli ideali europei”, accusa la Le Pen. Secondo la leader di Rn, “questa ignoranza delle realtà storiche, culturali e, nel caso della Libia, del peso delle tribù, ha condotto alla peggiore delle politiche, far cadere un dittatore per rimpiazzarlo con milizie islamiste che mettono il Paese a ferro e fuoco”. “La stabilizzazione della Libia è essenziale – conclude – se noi vogliamo prosciugare i flussi migratori estremamente consistenti in questo Paese. E’ il percorso seguito da Matteo Salvini ed è ugualmente il nostro obiettivo. La nostra proposta di creare sul posto, in zone sicure, dei centri per l’esame delle richieste di asilo si avvicina in questo senso alla posizione del governo italiano”.
In Europa buon senso anche nelle relazioni econonmiche
“E’ legittimo che i governi difendano i propri interessi industriali e proteggano i loro settori strategici”, ma questa premessa “non esclude” che ci possa essere “una cooperazione di buon senso”, dice ancora Marine Le Pen, rispondendo alla domanda se sia d’accordo con la politica perseguita da governi francesi di diverso orientamento che hanno considerato le imprese italiane un obiettivo delle aziende francesi. “La questione della sovranità – sostiene la leader dell’estrema destra – riguarda anche le questioni economiche. E’ legittimo che i governi difendano i loro interessi industriali e proteggano i loro settori strategici. Come sapete, io difendo il diritto della Francia a far prevalere l’interesse superiore economico e industriale della nostra nazione su ogni altra forma di considerazione finanziaria. Questo vale per la Francia, ma vale egualmente per gli altri Paesi. Questa posizione non è né bellicosa né isolazionista, non esclude, al contrario, una cooperazione di buon senso”. “Le relazioni economiche – conclude – devono essere fondate su questo principio di buon senso e non sulla logica del profitto finanziario a breve termine che troppo spesso ha prevalso. Quello che siamo stati capaci di realizzare nel passato, penso alle cooperazioni industriali fruttuose, come nel caso Airbus e Ariane, sono strade da esplorare tanto più nel quadro di un’economia aperta ai quattro venti della globalizzazione selvaggia”.
I gilet gialli certificano il fallimento dell’Europa
Per quanto riguarda poi la protesta dei gilet gialli francesi potrebbe estendersi ad altri Paesi? Marine Le Pen non lo esclude, spiegando qual è l’obiettivo dei manifestanti. “Senza voler interferire negli affari interni degli Stati, appare chiaro che numerosi leader dei Paesi dell’Unione Europea si ergono in difesa di un ordine stabilito, di interessi di minoranze attive e di lobby che sono contrarie agli interessi della maggioranza della popolazione – dice in un’intervista all’Adnkronos – La gestione catastrofica della crisi migratoria e le politiche che minacciano di imporre quote di clandestini sono la dimostrazione inquietante del fatto che il principio di sovranità limitata si impone sempre di più nelle decisioni politiche”. “Le politiche di austerità – denuncia ancora la leader dell’estrema destra francese – non fanno altro che prendere per la gola la popolazione per soddisfare le esigenze ultraliberali di cenacoli e istituzioni non democratiche. Gli europei sono innamorati della libertà, la loro storia ne è impregnata. Le derive autocratiche dell’Ue ed il servilismo dei suoi leder alimentano di fatto questa diffidenza e questo rifiuto legittimo del potere al governo”.
Dobbiamo essere Sovrani ma sul serio, non si può in alcun modo essere Sovranisti con la moneta estranea gestita dai soliti burocrati euro-pei. La prima cosa da fare se si vuole davvero cambiare l’euro-pa è
CAMBIARE MONETA, tornare a gestire la NOSTRA moneta
tutto il resto è una bellissima conseguenza.
Basta chiacchiere da parte di tutti si cominci a progettare un’Italia Sovrana
padrona della propria moneta!!!