Ponte Morandi, il Pd Graziano Del Rio ministro dei Trasporti a sua insaputa

21 Dic 2018 17:38 - di Paolo Lami

E’ stato ministro dei Trasporti dal 2 aprile 2015 al 1° aprile 2018 ma non si è accorto della relazione del febbraio 2018 – quindi due mesi prima di lasciare il dicastero – sul progetto di retrofitting del Ponte Morandi che evidenziava le criticità sul viadotto Polcevera.
Graziano Del Rio, interrogato come persona informata sui fatti dai magistrati genovesi che volevano, appunto, conoscere cosa sapesse l’ex-ministro di stretta osservanza Pd degli allarmi lanciati sul Ponte Morandi e perché non fosse stata aumentata la vigilanza, ha ammesso candidamente di non saperne nulla.

«Tutti questi documenti sono rimasti a livello tecnico, quindi io non riesco a dare informazioni perché non ne ero a conoscenza – tenta di giustificarsi,  Graziano Del Rio, di fronte ai giornalisti che lo attendono all’uscita da Palazzo di Giustizia di Genova – Come al solito i progetti rimangono a livello della Direzione di vigilanza quindi, su queste cose, non potevo fornire alcun chiarimento».

«Non mi è stato chiesto – hasostenuto Del Rio buttandola in caciara quando i giornalisti hanno tentato di sapere dal ministro pd come mai non era stata aumentata la vigilanza sul Ponte Morandi – ma ho detto che, come in tutte le strutture ministeriali, vi è sicuramente una difficoltà di personale. Noi abbiamo richiesto e ottenuto 270 assunzioni tra il 2015, quando sono arrivato, fino allo sblocco delle assunzioni: 130 sono già state fatte e altre verranno fatte. Quindi il problema del potenziamento degli uffici ministeriali esiste sicuramente».

Del Rio è stato sentito dai magistrati che indagano sul crollo del Ponte Morandi dopo la testimonianza dell’ex-ministro Antonio Di Pietro che, come il suo successore al dicastero, non è stato in grado di apportare concrete novità.

«Quando succedono cose di questo tipo, è chiaro che i doveri di vigilanza vanno sempre ripensati, come quando è successa la tragedia ferroviaria di Andria Corato: queste cose devono essere un’occasione per potenziare di sicuro i controlli dello Stato, su questo non c’è dubbio». Come non c’è dubbio che un ministro non può dire di non sapere cosa succedeva al suo ministero mentre era in carica.

 

 

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