Modena, stop alle lezioni di islam a scuola. Il centrodestra: «Si cancelli il progetto»
Alla fine le lezioni di arabo e di islam presso le scuole elementari di San Felice sul Panaro, nel Modenese, sono state sospese. L’iniziativa avrebbe dovuto prendere avvio stamattina, ma le sollecitazioni arrivate negli scorsi giorni agli Uffici scolastici e le interrogazioni presentate contro il progetto, sia a livello regionale, sia al ministero dell’Istruzione, hanno fatto sì che le lezioni fossero sospese.
«La sospensione diventi definitiva»
«Bene la decisione di sospendere le lezioni di lingua araba e di islam alle scuole elementari di San Felice: la sospensione sia definitiva e si trasformi ora in cancellazione. Le scuole pubbliche non possono essere trasformate in madrase islamiche», ha commentato il capogruppo di Forza Italia in Regione Emilia Romagna, Andrea Galli, che aveva portato la questione sul tavolo della giunta regionale. «Non vi è alcuna ragione per la quale insegnare la lingua e la religione della cultura di provenienza dovrebbe aumentare l’integrazione dei bambini stranieri in un Paese che ha una lingua e una cultura totalmente differenti», ha sottolineato Galli, per il quale «è inconcepibile poi affidare le chiavi della scuola e l’utilizzo dei computer a personale di una associazione privata senza la certezza di una supervisione da parte del personale Ata». «Il rischio di trasformare la scuola pubblica in una madrasa islamica va scongiurato per il bene sia degli alunni italiani che degli alunni stranieri che sono stati accolti nel nostro Paese. La scuola pubblica promuova corsi e lezioni finalizzati a una vera integrazione, non progetti ripiegati su se stessi», ha quindi concluso Galli.
L’interrogazione di FdI al ministro Bussetti
La questione era stata sollevata a livello nazionale anche da Lega e FdI. «Rimaniamo basiti dalla decisione del Consiglio di istituto», aveva detto il vicepresidente dei deputati di FdI, Tommaso Foti, autore di una interrogazione per fermare «questa folle iniziativa» rivolta al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. «L’integrazione e l’accoglienza sono principi importanti, ma chi arriva in Italia e qui vuole rimanere deve essere disponibile a recepire quelle che sono le nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra lingua», aveva avvertito Foti.