Zingaretti dà l’altolà al governo. E attacca Renzi: “Finiscila di darci lezioncine”

30 Ott 2019 11:32 - di Eugenio Battisti
legge elettorale

Nicola Zingaretti dà l’altolà al governo. La sconfitta umbra brucia ma non intende subire processi esterni sull’abbraccio con i 5Stelle che si è dimostrato perdente. E che avrà ripercussioni sulla tenuta del governo. È Matteo Renzi il bersaglio del segretario dem.

Zingaretti  dà l’altolà al governo

È Renzi il  vero disturbatore, che si è tenuto ben lontano dalla foto di gruppo di Narni. E ha stapazzato il suo ex partito per l’alleanza con i grillini. «Una sconfitta già scritta – ha detto Renzi –  figlia di un accordo sbagliato nei tempi e nei modi. Lo avevo detto, anche privatamente, a tutti i protagonisti. In Umbria  è stato un errore allearsi in fretta e furia, senza un’idea condivisa».

L’attacco a Renzi: basta con le lezioncine

Zingaretti non ci sta. «Non voglio dare la colpa a nessuno, io ci metto la faccia nelle battaglie difficili», replica a distanza da Radio Capital. «Ma reagisco quando si dice che la sconfitta è figlia dell’accordo tra Pd e 5Stelle».

Sollecitato dall’esito delle urne e da un partito in subbuglio, non esclude un congresso rifondativo. «Sono d’accordo con Cacciari sul congresso, per farlo cambieremo lo statuto, rientra il concetto di congresso, basato su tesi politiche, aperto alla società italiana». Sulla data non si sbilancia, «dovremo deciderlo insieme». Lo tsunami è forte. La scissione piombata sul collo del governatore del Lazio va arginata.« Daremo vita a un nuovo partito», aggiunge poco interessato al nome. «Non credo che bisogna cambiare tutto per non cambiare niente».

Poi dà l’altolà al governo. «Dobbiamo favorire l’interesse generale del Paese: o si riscopre lo spirito comune o i motivi stessi di questo governo vengono meno». Di Maio e gli altri sono avvertiti. «È inutile giocare con le parole: o l’alleanza è unita da una visione del futuro o non c’è. Io credo che questa visione vada costruita al più presto».

Il segretario del Pd non si sottrae a chi gli chide di dare un voto al Conte bis. Che non raggiunge la sufficienza. «Sei e mezzo sulle scelte, 4 sul comportamento politico». «È evidente che dobbiamo cambiare qualcosa, ma l’unico argine alla destra è il Pd, ma non è sufficiente da solo». Alleanze sì, ma unite intorno a una nuova idea di sinistra, che è un mantra del successore di Renzi alla guida del partito. «Intorno al Pd si costruiscono alleanze vincenti, dobbiamo scommettere su una grande forza nazionale. E intorno a questa forza servono alleanze competitive».

Commenti

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  • ANTONIO GIOVANNETTI 30 Ottobre 2019

    Riscoprire, Zinga, riscoprire… Ma se non riscopri che fai? Togli la colla dalle poltrone?