Coronavirus, il mondo ci volta le spalle: disdette dall’estero per l’agroalimentare italiano

9 Mar 2020 19:20 - di Redazione

Un’azienda su due – esattamente il 53 per cento – che esporta nell’agroalimentare ha ricevuto disdette negli ordini dall’estero a causa del Coronavirus.

È un’indagine Coldiretti/Ixè a svelare che il mondo ci sta voltando le spalle. E rifiuta i prodotti agroalimentari italiani per il timore che siano infettati dal Coronavirus.

Coronavirus, piano salva export da 44 miliardi

 

Coldiretti ha rivelato i dati nell’ambito del Piano salva export alimentare che vale 44,6 miliardi di euro. E dovrebbe rappresentare un elemento di traino per l’intero made in Italy. Ora in difficoltà sui mercati esteri per l’emergenza coronavirus.

La Coldiretti ha avuto un incontro con la Farnesina. Tema dell’incontro, la campagna di comunicazione strategica a sostegno del settore agroalimentare. All’interno del Piano Straordinario 2020 per la Promozione del Made in Italy. E, naturalmente, la questione Coronavirus.

Disinformazione, gale news e concorrenza sleale

“La campagna è necessaria per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale”, spiega Coldiretti. Rivelando che alcuni Paesi hanno richiesto “addirittura insensate certificazioni sanitarie ‘virus free’ su merci alimentari provenienti dalla Lombardia e dal Veneto”. Proprio a causa dell’emergenza Coronavirus.

Ma, aggiunge l’organismo di categoria, “a ci sono state anche assurde disdette per vino e cibi provenienti da tutta la Penisola”. Motivo?Una “diffidenza, spesso alimentata ad arte, con fake news. Tanto da “far attivare al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale una casella di posta elettronica (coronavirus.merci@esteri.it). Per segnalare restrizioni e discriminazioni verso i prodotti italiani le difficoltà riscontrate nelle esportazioni”.

A Stati Uniti e Germania piace il prodotto italiano

“Si dovrà tenere conto del fatto – dice la Coldiretti- che quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane interessano i Paesi dell’Unione Europea”. Dove la crescita nel 2019 è stata del 3,6%.

”Il principale partner è la Germania. Dove l’export cresce del 2,9 per cento. E raggiunge i 7,2 miliardi. Mentre le vendite sono praticamente stagnanti in Gran Bretagna con la Brexit. E volano – più 11 per cento – negli Stati Uniti. Che con 4,7 miliardi di export, nonostante gli effetti negativi dei dazi, restano il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari. Ed il quarto dopo Germania, Francia e Gran Bretagna”, conclude Coldiretti.

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